Clementino all’ Arenile

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Vesuvio sound system: è festa per Clementino

Una serata di festa come sempre all’ Arenile Reload per la convention del rap campano in cui scopriamo un Clementino inedito nelle vesti di presentatore; come Fiorello ai tempi del Festivalbar, la parte più avvincente dello spettacolo sono stati gli interventi del rapper nolano che consentiva il cambio palco per i numerosi ospiti che hanno entusiasmato il pubblico.

Mokadelic
Mokadelic

Il concerto inizia con i Mokadelic che riscaldano gli animi già esagitati, poi la voce di Clemente dalle quinte e a seguire una sfilata di personaggi di grande calibro: Lucariello innanzitutto, con i suoi testi, con il suo bagaglio esperienziale a servizio di tante tematiche sociali;

Lucariello
Lucariello

Luchè che, pur non perdendo un battito della sua terra, sa dare un taglio sempre più ampio, meno regionalistico alle cose che dice e che scrive.

A seguire i Fuossera, anche questi figli di quel Clan Vesuvio che ha insegnato tanto a molti di quelli che hanno calcato il palco e che è stato una sorta di laboratorio che ancora genera collaborazioni e incontri.

 

‘Nto,  un  Ivan Granatino scanzonatissimo e Franco Ricciardi; quest ultimo vive una nuova vita  artistica da quando ha scoperto il bit e il flow e si diverte come un ragazzino quando canta “167” e il pubblico lo segue con la voce e  con le mani rigorosamente in alto.

 

Uno dei momenti più sorprendenti -e divertenti- della serata è stata la prima uscita di Enzo Dong, altro fiore di periferia, posti di cui lui stesso dice “Dove Ognuno Nasce Giudicato”; un folletto del rap, giovane spiritoso e pieno di energia, senza tralasciare i contenuti.

Enzo Dong
Enzo Dong

Altro momento decisamente sorprendente è stato l’intervento di Pino Mauro con Luchè: un brano del suo repertorio, canzoni di giacca e guapparia, e l’ inserimento -tra le note- di una rabbia che cambia ritmo ma si lamenta ancora, anzi forse cerca di alzare la voce per trovare ascolto.

Viene da pensare agli antieroi di Gomorra,  quelli che -come dice Saviano- “sono il male assoluto” e queste persone che scrivono testi su Scampia, sulle periferie di Partenope e sul modus vivendi di chi ci abita. L’etichetta delinquenziale, la protesta di Rocco Hunt contro uno stato assente e questa rabbia che ognuno di loro esprime secondo le proprie corde ma sempre con grandi contenuti. Va sottolineata la partecipazione di Andrea D’Alessio in “Quanno stonghe luntano”,  l’interessante finale affidato ad Akhenaton, direttamente da Marsiglia e l’immancabile partecipazione di Ty One alla consolle.

I fans non hanno avuto motivo di lamentarsi, tutti si sono dati tanto. Ma è difficile ancora oggi vedere due esibizioni separate di ‘Nto e Luchè. Il pubblico invoca a gran voce i Cosang, e Clementino ci mette il carico. Ci hanno messo un pò anche i 99 Posse, chissà che in futuro ‘Nto e Luchè non riscoprano un nuovo comune percorso in cui far confluire quel talento, quelle idee, quei contenuti che li hanno fatti distinguere da subito sulla scena del rap campano come una realtà di grande spessore artistico e sociale.

E Clementino? Ha spaccat ‘e vetrine pure all’Arenile.

 ph: Antonella Grottola

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