Elio e le Storie Tese: quando stupire è un’arte


Nella serata delle covers Elio e le Storie Tese chiamano in causa Beethoven

Con un salto temporale di dieci anni rispetto alla prima serata, Elio e le Storie Tese arrivano sul palco dell’Ariston abbigliati e accessoriati a tema anni Settanta, che neanche l’ispettore Coliandro riuscirebbe a modificare la sua capigliatura in tal guisa.

Per la serata delle covers, che è una competizione a parte e che riceve un premio che nulla ha a che fare con la kermesse canora giunta alla sua sessantaseiesima edizione, propongono “Quinto ripensamento” grazie al talento di Ludwig Van Beethoven e alla genialità dello storico gruppo milanese. Elio (al secolo Stefano Belisari) diverte e si diverte dando prova di tonalità tenorili che già gli conosciamo e non c’è molto altro da discutere, se non ribadire il concetto che di Elio e le Storie Tese si può dire solo che amano sperimentare e stupire. E ci riescono sempre.

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Arisa fa una splendida figura con le sue paillettese e la voce sottile ma potente quando intona e interpreta “Cuore” di Rita Pavone, mentre Rocco Hunt ha scelto, per questo Sanremo, la cifra stilistica dell’allegria (non del disimpegno) presentando una frizzante versione di “Tu vuò fà l’americano” di Renato Carosone.

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ph: getty images

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