Federica Vitali ci racconta in un’intervista esclusiva del Concerto per la prima giornata nazionale in memoria delle vittime della pandemia di Coronavirus tenutasi nel duomo di Bergamo il 18 marzo.
Federica Vitali risponde sul concerto per le vittime della pandemia da Covid-19
Ciao Federica, è un piacere intervistarti per Magazine Pragma, partiamo subito parlando del concerto che si è tenuto il 18 marzo a Bergamo dove hai cantato insieme a Ivan de Fabiani, Anna Maria Chiuri e Marco Spotti, che è doppiamente significativo visto il periodo che viviamo… Quali sono state le emozioni per questo evento?
È stato un momento di grandissima gioia e grande condivisione con i colleghi, l’orchestra e il coro. Si sentiva una grande energia e tutti erano felicissimi di essere lì!
Immagino che inevitabilmente il concerto è stato condizionato dalle norme di sicurezza, dato che l’opera prevede molti attori in scena e la presenza dell’orchestra?
Essendo un concerto di musica sacra eravamo tutti molto distanziati, senza alcun contatto fisico e immobili. Tutto è stato svolto in piena sicurezza. E senza pubblico, ma in diretta tv.
A proposito della ripresa dell’opera lirica, come pensi che si potrà tornare sul palco?
Credo che con un protocollo realizzato apposta per il settore dello spettacolo e steso con intelligenza si possa assolutamente tornare in palcoscenico. Si possono fare i test ogni settimana, venire vaccinati, trovare soluzioni per mantenere il più possibile la distanza tra gli interpreti. Il pubblico può essere distanziato e con la mascherina come avviene nei ristoranti o nei centri commerciali.
Cosa consiglieresti alla Federica di 10 anni fa o a una ragazza che desidera intraprendere questa carriera e sta iniziando a muovere i suoi primi passi nella lirica?
Consiglierei di non lasciarsi sconfortare dai no e di scegliere un percorso di studi con coscienza, senza voler strafare e credere sempre in se stessi. Piccoli passi, ma solidi.
C’è un ruolo che ami particolarmente?
Ci sono molti ruoli che amo, sicuramente tra i miei preferiti ci sono le prime donne pucciniane e verdiane.
Trovi che la lirica sia più apprezzata in Italia o all’Estero?
Sicuramente all’estero le persone sono molto affascinate dalla cultura italiana e di conseguenza anche dall’opera e credo anche che spesso gli italiani si dimentichino della bellezza che il nostro paese ha prodotto e ancora crea. E si investe troppo poco nel reparto culturale.
Quali sono i tuoi progetti futuri e le tue parole di speranza per questo periodo che viviamo?
Ho in sospeso un meraviglioso debutto come Desdemona nell’Otello Verdiano e una Boheme a Trieste. Spero che presto possano essere recuperate, per il resto appena si riprenderà con l’attività si capirà bene cosa accadrà e verranno fuori i nuovi contratti. Ora è ancora tutto fermo. La mia speranza è di poterci lasciare alle spalle al più presto questi anni di sofferenza!
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