Politica: Per chi sarà brutto l’Abruzzo?

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In Abruzzo si vota per le regionali

Alle elezioni regionali di domenica 10 marzo in Abruzzo si vota in una sola giornata dalle 7 alle 23 e ci sono solamente due candidati alla presidenza. Per il centrodestra, il candidato è il presidente della giunta regionale uscente, Marco Marsilio, esponente del primo partito al governo Fratelli d’Italia, che nel 2019 vinse l’elezione con il 48% dei voti, superando sia il candidato del centrosinistra, che la candidata del Movimento cinque stelle.

Il candidato del centrodestra

Marco Marsilio è sostenuto da sei liste, Fratelli d’Italia, Forza Italia, Lega, Noi moderati, Unione di centro e il suo raggruppamento personale, Marsilio presidente. La lista elettorale nell’ordinamento giuridico italiano, così come in quello di altri paesi, individua un elenco di persone che si candidano, insieme o in contrapposizione in una competizione elettorale, al fine di ricoprire una carica elettiva. C’è però una differenza importante rispetto alle precedenti elezioni nel 2019, perché adesso tutte le forze di opposizione si presentano unite.

Il candidato delle opposizioni

Il candidato del cartello delle opposizioni è Luciano D’Amico, ex rettore dell’Università di Teramo, che in passato ha diretto pure l’azienda Autolinee Regionali Pubbliche Abruzzesi.

Luciano D’Amico è un componente dell’Ordine dei Commercialisti e degli Esperti Contabili, ed è stato pure titolare di corsi in discipline aziendalistiche presso l’Università d’Annunzio, l’Università di Teramo, l’Universita’ degli Studi Internazionali di Roma e la Libera Mediterranea di Bari.

Ha inoltre collaborato con il nucleo di valutazione dell’Università Ca’ Foscari di Venezia e dell’Università di Verona. Dopo aver assunto la direzione generale della Fondazione dell’Università di Teramo, è stato eletto rettore del medesimo ateneo dal 2013 al 2018, anno in cui è succeduto da Dino Mastrocola.

A sostegno della sua candidatura a Presidente pure ci sono sei liste, il Partito democratico, il Movimento cinque stelle, l’Alleanza Verdi-Sinistra, Azione, la lista Abruzzo insieme, e infine la lista denominata Riformisti e civici, raggruppante tre forze politiche, che forse si presenteranno assieme anche alle europee, il partito di Renzi, Italia viva, ovvero Abbruzzo vivo, Partito socialista e Più Europa.

Elezioni regionali in Abruzzo, sistema proporzionale con soglia di sbarramento

Alle elezioni regionali in Abruzzo si vota con un sistema proporzionale, che prevede una soglia di sbarramento e per eleggere dei consiglieri, ciascuna lista all’interno di una coalizione dovrà prendere almeno il 2% dei voti. Se ci fossero liste non coalizzate, la soglia per loro si alzerebbe al 4%, ma non riguarda queste elezioni di domenica, perché si presentano solamente due coalizioni e non ci sarà in alcun caso il ballottaggio, anche perché i candidati sono solamente due.

Sarà quindi eletto il candidato che prenderà il maggior numero di voti, e alla coalizione del vincitore sarà anche assegnato un premio di maggioranza nel Consiglio regionale. Inoltre, a differenza delle ultime elezioni in Sardegna, non sarà possibile per gli elettori effettuare il voto disgiunto, cioè il voto per una lista e poi per un candidato presidente diverso da quello che la lista sostiene.

Mentre in Sardegna questo è stato un fattore importante per portare alla vittoria il centrosinistra con la candidatura trainante della presidente Alessandra Todde, in Abruzzo la legge elettorale non consente il voto disgiunto. Si potrà votare per un candidato presidente e per una lista, oppure scegliere di indicare solamente una lista e in questo caso il voto sarà contato automaticamente anche per il candidato presidente, o anche votare solo per il candidato presidente.

Meloni: “Abbiamo le nostre sfumature, ma sappiamo quale Italia vogliamo costruire”

La presidente del Consiglio dei ministri, Giorgia Meloni sta partecipando attivamente alla campagna elettorale, ben oltre il comizio conclusivo di Marco Marsilio in piazza della Rinascita a Pescara. Alla presenza anche dei segretari nazionali di Lega e Forza Italia, Matteo Salvini e Antonio Tajani, del responsabile dell’Unione di centro, Lorenzo Cesa, del leader di Noi Moderati, Maurizio Lupi e diversi altri dirigenti locali dei partiti e delle liste a sostegno della candidatura di Marsilio, Giorgia Meloni ha dichiarato testualmente: “I risultati in Abruzzo sono frutto della nostra compattezza. Poi c’è la realtà che raccontano i giornali di sinistra, frutto dei loro sogni notturni. Siamo insieme per scelta e non per interesse. Oggi il centrodestra compie trent’anni e siamo ancora insieme. Abbiamo le nostre sfumature, ma sappiamo quale Italia vogliamo costruire”.

La premier Giorgia Meloni ha fatto inoltre un riferimento alle prossime elezioni Europee, con queste testuali parole: “Sull’agricoltura, le politiche dell’Unione Europea hanno impattato come un detonatore, inseguendo i deliri di una sinistra, che non distingue una transizione ecologica da una transizione ideologica. Sono le risposte rispetto alle quali bisognerà invertire la tendenza con altre elezioni, quelle che arriveranno a giugno perché sono il vero timore di tutti. Allora questa maggioranza deve essere confermata anche con il voto delle elezioni europee, perché succederà di tutto, ma ho già messo l’elmetto. E vinceremo anche questa battaglia”.

Schlein:  “Sono bravi a spartirsi le poltrone e si muovono solo per quello”

La segretaria del Partito Democratico Elly Schlein, che si è fatta vedere assieme a Bersani e poi anche con Bonaccini, il suo ex avversario alle Primarie partito democratico, invece definisce l’attuale presidente dell’Abruzzo Marco Marsilio come “un uomo imposto da Meloni”, evidenziando come il centrodestra abbia governato male negli ultimi anni e oggi faccia promesse irrealizzabili.

Secondo la segretaria del PD sono emblematici i casi della tratta ferroviaria Roma-Pescara, con il governo, che prima taglia le risorse del Pnrr a quella tratta e poi dice di averle ritrovate, e della clamorosa riduzione della riserva di Borsacchio da 1100 a solamente 22 ettari. Al contrario di Marsilio, che non può “governare per procura”, per la segretaria Schlein, Luciano D’Amico, è stato scelto invece per competenza e conosce benissimo il territorio abruzzese. Per la Schlein la sua vittoria rappresenterebbe un bel segnale contro l’atteggiamento di pura arroganza del governo della premier Meloni.

Schlein sostiene che, come in Sardegna, anche in Abruzzo, sia possibile “costruire le ragioni dell’unità sui temi” con il Movimento cinque Stelle di Giuseppe Conte, che però si è fatto vedere poco in Abruzzo e sta respingendo per il momento i tentativi unitari per le successive regionali previste in Basilicata e Piemonte.

La segretaria del PD, pur di vincere in Abruzzo, è disposta perfino a passare sopra alle differenze nette con Conte, riguardo la posizione politica sugli aiuti militari all’Ucraina.

La Schlein dichiara testualmente che senza il supporto a Kiev, si discuterebbe : “di come Putin abbia riscritto i confini europei militarmente”, ma crede che il movimento cinque Stelle “abbia comunque come obiettivo la pace giusta”, la stessa finalità del Partito Democratico. Secondo Elly Schlein è molto grave invece la forte tensione fra Matteo Salvini e la premier Giorgia Meloni, perché pure se non porterà alla caduta del Governo, sarà peggio ancora, perché condurrà alla paralisi completa del nostro paese.

Si dice quindi molto preoccupata, perché entrambi i leader sono completamente incapaci di affrontare i problemi, dichiarando: “Sono bravi a spartirsi le poltrone e si muovono solo per quello”. E invece, secondo il partito democratico l’Italia precipita sempre più in basso sia nella considerazione internazionale, che nell’incapacità di aiutare le classi economicamente più disagiate, la maggioranza nel paese.

 

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