I disturbi del comportamento alimentare: la Bulimia Nervosa

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I disturbi dell’alimentazione, come vi ho descritto nel precedente articolo, in cui vi ho parlato dell’anoressia nervosa, sono legati da una relazione alterata con il cibo accompagnata da comportamenti alimentari scorretti che inducono ad un consumo di cibo alterato che danneggia la salute e anche il funzionamento psicosociale.

I disturbi del comportamento alimentare: la Bulimia Nervosa

La Bulimia Nervosa, rientra secondo la classificazione medica, tra i disturbi del comportamento alimentare. Intorno agli anni ‘80 venne definita come una variante dell’anoressia nervosa che nel tempo, grazie a numerosi studi evidenziarono le caratteristiche di questo disturbo, l’incidenza e la sua prevalenza.

La parola Bulimia, etimologicamente significa “fame da bue” perché la malattia è caratterizzata da “abbuffate “ovvero l’introduzione di notevoli quantità di cibo in un breve periodo di tempo a cui seguono comportamenti di compenso che tendono principalmente ad evitare l’aumento di peso.

L’età di esordio

L’Italia risulta essere in linea con gli altri paesi del mondo e per quanto riguarda i dati epidemiologici si assiste ad una percentuale di giovani donne affette da bulimia che va dall/ 1 a 5%. L’età di esordio della malattia è stabilito in un range di età che va tra i 12 e i 25 anni, con un picco di frequenza maggiore tra i 17 e i 18 anni. Gli uomini sono colpiti di meno rispetto alle donne e non ci sono, attualmente, dati che vanno ad affermare un eventuale aumento del disturbo tra i maschi negli ultimi anni.

La bulimia nervosa si distribuisce in maniera omogenea tra la popolazione mondiale anche se è rara tra gli afroamericani, e generalmente, le persone colpite hanno un peso forma nella norma, alcune sono lievemente in sovrappeso e altre leggermente sottopeso. Ma bisogna anche tener presente che questo disturbo si potrebbe verificare in donne fortemente in sovrappeso.

Le grandi “abbuffate”

La caratteristica principale della bulimia nervosa sono le “abbuffate” che interrompono l’inizio della malattia avviata con una dieta dimagrante estremamente rigida, e tendono a mantenere il peso tendenzialmente nella norma. Le crisi bulimiche sono seguite da comportamenti compensatori quali l’uso di lassativi e diuretici, il vomito autoindotto, la restrizione calorica estrema e rigida o attività fisica eccessiva. Il 20% delle persone affette da bulimia nervosa tende a passare verso altri disturbi del comportamento alimentare come il disturbo da alimentazione incontrollata (Binge-Eating), di cui vi parlerò nel prossimo articolo, e circa il 25% delle persone bulimiche ha un decorso cornico della malattia protratto nel tempo mentre il 2% di esse purtroppo muore.

Come nel caso dell’anoressia nervosa, anche la bulimia protratta nel tempo e negli anni va a danneggiare gli equilibri sociali, le relazioni e può incidere negativamente sul rendimento scolastico o lavorativo. Non è facile riconoscere una persona bulimica e per andare ad accertare la diagnosi di bulimia nervosa devono essere presenti delle caratteristiche principali che sono:

EPISODI DI ABBUFFATE RICORRENTI: Un’abbuffata, viene definita sulla base di 2 caratteristiche principali che devono essere entrambe presenti nel soggetto di cui si sospetti questo disturbo ovvero, il consumo di una grande quantità di cibo e la sensazione di perdere il controllo sul mangiare e sull’introduzione di cibo. Le persone bulimiche, tendono a programmare le abbuffate perdendo il controllo su di esse. L’abbuffata deve inoltre verificarsi in un periodo di tempo che sia ad esempio ad una distanza di due o tre ore e quindi il piluccare durante il giorno non è assolutamente considerato un’abbuffata.

COMPORTAMENTI COMPENSATORI: La messa a punto di comportamenti compensatori rappresentano un’altra caratteristica della bulimia nervosa. Tendenzialmente l’abbuffata viene seguita da condotte compensatorie, che mirano ad evitare/limitare l’aumento di peso. Il vomito autoindotto, rappresenta un tra i tanti comportamenti eliminativi più frequenti, e si può verificare anche dopo aver mangiato in maniera normale. Dopo un’abbuffata alcune persone bulimiche tendono ad assumere grosse quantità di lassativi in modo da procurarsi scariche diarroiche nell’intento di eliminare il cibo introdotto; più raramente usano altri mezzi come i diuretici, gli enteroclismi o i farmaci tiroidei; inoltre alcune persone diabetiche somministrano insulina dopo un’abbuffata. Esistono però anche comportamenti compensatori non eliminativi come il digiunare o l’attività fisica intensa.

LE ABBUFFATE E I COMPORTAMENTI COMPENSATIVI E’ IMPORTANTE CAPIRNE LA FREQUENZA: Una diagnosi di bulimia nervosa, viene stabilita se si verificano abbuffate e condotte compensatorie 1 volta alla settimana per almeno 3 mesi consecutivi. Questo concetto vale come standard e serve per andare a restringere la diagnosi in quei soggetti che hanno un disturbo persistente e ricorrente, dal momento che esiste una correlazione che lega la frequenza delle abbuffate e lo stato psicopatologico.

VISIONE DISTORTA E ALTERATA DEL PROPRIO CORPO: Come per le persone anoressiche, quelle bulimiche hanno una bassa autostima e una valutazione della propria forma fisica che si basa in maniera ossessiva sul peso e sulla forma del loro corpo. Vivono con la paura di un aumento del peso e sono perennemente a dieta! Questo aspetto della bulimia nervosa è molto simile all’anoressia nervosa e questo fa pensare che ci possano essere due disturbi dell’alimentazione, e non uno solo; così a una persona che si abbuffa e vomita ma ha un peso basso con un indice di massa corporea (IMC) inferiore a 18,5 verrà diagnosticata soltanto l’anoressia nervosa con abbuffate/condotte di eliminazione, invece se l’indice di massa corporea è maggiore oppure uguale al valore di 18,5 sarà accertata la diagnosi di bulimia nervosa.

Trattamento della Bulimia Nervosa

Il trattamento della Bulimia nervosa, così come per la maggior parte dei disturbi del comportamento alimentare prevede un percorso secondo la Terapia cognitivo-comportamentale, come primo approccio accompagnata da una rieducazione alimentare.

Il trattamento ha lo scopo di andare ad aumentare la motivazione al cambiamento, sostituire l’alimentazione disfunzionale con uno schema regolare e flessibile, diminuire l’eccessiva preoccupazione per forma e peso del corpo e prevenire la recidiva.                                                            

Nel 50% dei casi la terapia cognitivo-comportamentale tende, nelle bulimiche ad eliminare le abbuffate e le condotte di eliminazione. Il 30% mostrano un miglioramento o abbandonano il trattamento non rispondendo alla terapia intrapresa.

Leggi anche: I disturbi del comportamento alimentare: L’Anoressia Nervosa.

 

Dr. Giovanni Sambiase, biologo nutrizionista

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