Il periodo delle scuole superiori abbraccia l’adolescenza, che è una fase di ristrutturazione cognitiva, sociale, affettiva: data la sua complessità, può provocare ansia, sintomi depressivi, senso di inadeguatezza, difficoltà e conflitti relazionali e familiari.
L’adolescente è in un momento storico della sua vita che necessita un’attenzione particolare. Per questo, può essere utile attivare uno spazio di ascolto all’interno della scuola, che consenta agli studenti di ricevere sostegno empatico, di non essere valutati, di essere sostenuti nel loro percorso evolutivo e di vedere valorizzate le loro risorse secondo un’ottica di empowerment. Ciò anche perché la scuola persegue prioritariamente obiettivi disciplinari stabiliti dal Ministero e inerenti l’apprendimento di diverse materie su cui gli studenti verranno valutati, dunque la relazione e la comunicazione prevalenti sono direttive, unilaterali, centrate sull’insegnante che adotta spesso un modello trasmissivo e “idraulico” della conoscenza, sottoponendo gli studenti a valutazioni contenutistiche.
Non vi è molto spazio per l’espressione dell’affettività, ma prevale uno sforzo cognitivo e individuale, che può comunque essere compromesso da problematiche vissute al di fuori della scuola, di tipo emotivo e sociale. Lo spazio di ascolto è invece uno spazio neutro, dove l’adolescente sperimenta una modalità di relazione non direttiva, non basata su valutazioni, consigli, giudizi esterni sulla loro performance, ma in cui può sentirsi accolto, compreso e sostenuto, per riattivare le sue risorse ed affrontare i cambiamenti evolutivi.
E’ di fondamentale importanza fornire uno spazio di ascolto attivo per studenti, per svolgere un empowerment delle loro risorse, promuovendo la loro autonomia, facendo loro sperimentare una relazione empatica, diversa da quella direttiva e valutativa con gli insegnanti e con l’istituzione scolastica. In questo modo si possono prevenire difficoltà di apprendimento dovuti all’ interferenza nello studio di difficoltà emotive, sociali o extrascolatische e si possono individuare situazioni a rischio da segnalare, eventualmente, alle strutture territoriali. La scuola è, non solo un contesto di apprendimento, ma anche una delle più importanti agenzie di socializzazione. E’ dunque responsabile dello sviluppo non solo cognitivo ma anche socioaffettivo e relazionale.
Lo sviluppo dell’intelligenza emotiva e sociale è alla base della costruzione di comportamenti fondati sulla tolleranza e l’accettazione delle diversità, sviluppo della capacità di riconoscere ed esprimere sentimenti ed emozioni e di ascoltare e rispettare quella altrui, accrescimento del livello di autostima, miglioramento dei rapporti interpersonali.
«Occuparsi delle emozioni, un primo passo di un percorso complesso per promuovere l’empowerment degli adolescenti…
La scuola è un luogo privilegiato a cui viene richiesto di essere, oltre che un luogo di elaborazione culturale e intellettuale, uno spazio per esprimersi, tessere relazioni, confrontare esperienze ed emozioni, in modo da assumere quell’affascinante compito di educare istruendo e di istruire educando. I ragazzi a scuola interagiscono, si confrontano, stabiliscono relazioni, acquisiscono molto più di quanto contenuto nelle lezioni che vengono loro impartite. A scuola trascorrono la maggior parte del loro tempo, in un processo di costruzione della propria identità. E’ importante che gli insegnanti non racchiudono i ragazzi in un voto, in un contenuto di un diario, ma che imparino ad ascoltare i respiri, i sogni, le fragilità, le paure in modo da sostenere e portar fuori le emozioni a cui a volte i ragazzi si arrendono, con timore e paura di viverle profondamente.