Massimo Maccarone: da Galliate a Middlesbrough per diventare BigMac

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Massimo Maccarone: ognuno di voi ricorderà le sue esperienze con Siena, Parma ed Empoli, ma fu in quel di Middlesbrough che diventò BigMac.

La storia di Massimo Maccarone ha inizio il 6 settembre 1979, quando nacque a Galliate da una famiglia modesta. Massimo vive di pallone, gioca da mattina fino a tarda serra tra le strade della cittadina piemontese, fino a quando non viene notato a 13 anni da un osservatore che lo porta al Milan. La strada del giovane sembra essere in discesa, ma invece questo è solo l’inizio, perché la sua carriera sarà piena di salite, che lo porteranno a diventare un idolo delle province, ma si sa, a volte non serve un grande palmares per essere considerato un grande giocatore. Nel 1994 ci sono i mondiali americani, ed il giovane Massimo non vuole perdere neanche un minuto di quella competizione. Nonostante i molti lavoretti che la famiglia gli procura, lui cerca sempre scuse per tornare a casa e vedere quelle benedette partite, perché il calcio era (e lo è ancora) la sua vita.

BigMac ha cominciato la sua carriera con le giovanili del Milan, viaggiando tutti i giorni con il treno per prendere parte agli allenamenti, ma questo per lui non era un problema. Con i rossoneri non riesce ad esordire in prima squadra, nonostante fosse considerato uno dei migliori giovani emergenti, e fu così che, nel luglio del 1998, venne mandato in prestito prima al Modena, e poi al Prato, in C2, con cui segnò 6 gol stagionali, di cui 1 al suo esordio da professionista. Seguì una breve esperienza con il Varese in C1, per poi tornare di nuovo al Prato a titolo definitivo, con cui si mise in mostra segnando 21 gol in 31 presenze.
Nel 2000 arrivò così la chiamata dell’Empoli, che all’epoca disputava il campionato di Serie B, che decise di affrontare il campionato con la coppia Di Natale-Maccarone (niente male eh!). In due stagioni Macca arriva a segnare 30 gol in 75 presenze, contribuendo, e non poco, alla promozione dei toscani in Serie A.

Durante il suo periodo di permanenza ad Empoli, Maccarone visse un periodo magico e, durante un amichevole disputata con la nazionale U21 italiana, colpì anche l’allora ct italiano Marcello Lippi che a fine primo tempo chiamò l’allenatore della nazionale giovanile azzurra e disse di tirarlo fuori, perché aveva intenzione di farlo giocare con la nazionale maggiore. Qualche giorno più tardi, il giovane di Galliate, riuscì così ad esordire con l’Italia dei “grandi” dalla Serie B, a Leeds, e giocò due grandi partite segnando anche un gol. Per un soffio, a fine stagione, BigMac accarezzò il sogno di giocare il mondiale nippo-coreano, ma l’attacco della nazionale era troppo forte per trovare posto ad un giocatore della seconda serie italiana.

Fu così che il Middlesbrough, allora in Premier League, decise di puntare su di lui, sborsando la bellezza di 12 milioni e 380 mila euro, che lo resero l’acquisto più costoso del club inglese. McClaren, allenatore dei biancorossi, nella conferenza di presentazione, disse che “Maccarone è il giocatore che ha le qualità più simili a Del Piero”. Con i Boro, l’italiano comincia benissimo, realizzando 3 reti nelle prime 5 partite, ma poi, a causa di un infortunio dovete stare fuori per un lungo periodo di tempo. Maccarone però, aveva ormai stregato i tifosi del club inglese: per tutti in città era diventato BigMac, grazie alla sua grande disponibilità ed educazione nei confronti di tutti.
Nel 2004 vinse il suo primo ed ultimo (finora, perché non si sa mai…) trofeo, ma a fine stagione lasciò il Middlesbrough per tornare in Italia, al Parma, con la formula del prestito secco, in cui tornò a lavorare con Silvio Baldini, che lo aveva lanciato ad Empoli. Con i gialloblù, in 6 mesi, colleziona 12 presenze e 2 gol (entrambi in coppa UEFA), ed a gennaio tenta l’esperienza, ancora in prestito, al Siena, con il quale colleziona 18 presenze e 7 gol.
Nel 2005 ritorna così al Middlesbrough, con cui gioca un altra stagione e mezza tra gli applausi del “suo” pubblico ed in 38 presenze, realizza latri 8 gol.

 

A gennaio del 2007 torna a Siena a titolo definitivo, ed in tre stagioni e mezza, realizza 49 gol in 134 presenze nella Serie A italiana. A seguito della retrocessione dei bianconeri, Maccarone, ormai a fine carriera, vive due poco proficue esperienze con Palermo e Sampdoria, per poi tornare ad Empoli.

Qualche tifoso, forse leggermente troppo critico, comincia a mugugnare in città: “Maccarone è finito”, “E’ tornato per prendere i suoi ultimi soldi”, “Non può giocare in eterno”,…
A Massimo però piacciono le sfide impossibili, ed a 33 anni sente di poter dare ancora moltissimo al calcio: in tre anni di Serie B, in coppia con l’altro vecchietto goleador Ciccio Tavano, realizza 41 gol e contribuisce ad una nuova promozione in A del club della famiglia Corsi.
Sarà troppo la Serie A per Maccarone? NO! Tavano perde il posto da titolare a favore del giovane Pucciarelli, ma quel ragazzone di Galliate no, Maccarone continua a dare spettacolo e segnare gol: 10 in 33 presenze la scorsa stagione, già 2 in questa appena iniziata., che lo portano al secondo posto (alle spalle del sopra citato Tavano) nella classifica marcatori di sempre degli azzurri, a quota 81 reti.

A 36 anni, con la barba bianca ed ispida di chi ha vissuto numerose avventure nei mari burrascosi incontrati, non è ancora arrivato il momento di appendere gli scarpini al chiodo, perché Massimo Maccarone, con lo sguardo alto di chi è consapevole di essere stato grande, è pronto a sfidare gli acciacchi dell’età e le tempeste che lo colpiranno ancora, perché lui, è ancora il BigMac di Middlesbrough.

Ah dimenticavo, al “giovane” Maccarone manca 1 gol per arrivare a quota 200 in carriera!

 

Nella foto principale “Massimo Maccarone (2011)” di Steven ChiefaOpera propria. Con licenza CC BY-SA 3.0 tramite Wikimedia Commons.

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