Volendo paragonare la gara odierna al titolo di una canzone verrebbe subito da dire “Senza parole”, di Vasco Rossi
Al triplice fischio finale migliaia di tifosi saranno rimasti senza parole, ancora una volta beffati da quelli che dovrebbero essere i loro beniamini, per certi versi i loro eroi, quelli che onorano la maglia per la quale si fa il tifo da quando si è nati.
Ed invece no, questi giocatori o presunti tali, riescono nell’unica impresa di ammutolire i settori dello stadio, sempre più scarni di tifosi, ormai esasperati dalla squadra, dall’allenatore, dalla dirigenza e da chi osa farsi chiamare Presidente.
Una partita brutta, come tante altre viste finora in questo campionato, tra 2 squadre in piena crisi di risultati e letteralmente terrorizzate sul terreno verde. Da entrambe le parti, la paura di incappare in un altro stop è troppo alta, quindi si assiste per lunghi tratti ad una non-gara anche se la Lazio, per onorare l’Olimpico, ormai sempre più simile al Colosseo per quanto è vuoto, prova ad imbastire qualche azione seppur senza la benché minima trama di gioco.
Il risultato è che nel primo tempo l’unica emozione la regala l’aquila Olimpia nel suo volo.
Nella seconda frazione cambia qualche volto grazie ai cambi del tecnico Pioli ma la musica, pardon il requiem, resta lo stesso. Candreva spara una serie di tiri in curva Sud (dicono che al 100° pallone mandato al 2° anello si vince il cesto di Natale ed a lui manchino solo 6 tiri!), Djordjevic gioca a nascondino con i difensori della Sampdoria che lo guardano increduli e lo assecondano un po’ come si fa con i bambini. Biglia non fa un passaggio che non supera i 2 metri di distanza per non parlare della difesa con Hoedt – Gentiletti intenti a dire preghiere sperando che Montella non metta un attaccante in campo.
In tutto questo, la Lazio continua ad annaspare in un gioco approssimativo. Quando tutti ormai pensano a uno 0-0 inevitabile accade un fatto misterioso: Radu finalmente capisce che con 2 punte di peso che hanno i piedi montati al contrario, l’unica cosa che si può fare è mettere un cross per la loro testa e… guarda un po’? Matri la prende di testa e fa GOL! E tanto ci voleva?
Un gol piovuto dal Cielo un po’ come la manna per il popolo d’Israele fuggito dall’Egitto, un fatto talmente inaspettato da far impazzire di gioia Marchetti, che per la troppa gioia è riuscito ad infortunarsi e di conseguenza a dover uscire per far posto a Berisha, altro fenomeno della banda Pioli.
Del resto il buon Federico era ancora freddo visto che fino ad allora aveva solo scattato qualche foto ricordo con i raccattapalle dietro la sua porta a causa della giornata di assoluto relax riservatagli dai blucerchiati. Sull’1-0 in casa contro una squadra in crisi, qualunque squadra al Mondo avrebbe gestito il vantaggio in totale autorità ed invece la Lazio che fa? Manda Konko, Hoedt e Berisha a cambiarsi d’abito e ripresentarsi versione Babbo Natale e in pieno recupero regala l’unica opportunità alla Sampdoria per calciare in porta ovvero un calcio di punizione dal limite.
Batte Zukanovic e Indovinate? GOL!
Titoli di coda… la beffa è servita!