Il cucciolo e il viandante, la moderna favola di Renato Frignani – Intervista

“Ho sentito nascere in me il desiderio di scoprire l’Italia”

“Ho sentito nascere in me il desiderio di scoprire l’Italia, la sua anima più vera, quella più autentica”- sono queste le parole di Renato Frignani, 38 anni, correggese che dopo essersi licenziato, ha intrapreso il 30 Marzo scorso un’avventura davvero straordinaria, quella di percorrere a piedi, passo dopo passo, sentiero dopo sentiero, l’Italia intera.

In questi giorni Renato è in Campania, nei pressi di Serino. La Redazione ha voluto incontrarlo per scambiare due chiacchiere con lui. Un’occasione per percorrere qualche Km insieme.

Renato Frignani

Dunque Renato, come è nata l’idea di abbandonare il lavoro e fare il giro dell’Italia a piedi? Di cosa ti occupavi prima? Eri comunque uno sportivo?

Ho sempre amato viaggiare, ma prima lo facevo girando con lo scooter, con l’auto e comunque sempre compatibilmente con le ferie che potevo chiedere a lavoro. Poi, una volta ho chiesto un’aspettativa di 4 mesi per fare la traversata in bici delle Rocky Mountains (dal Canada al Messico) e questo mio desiderio di viaggiare, di scoprire, si è allargato sempre di più. Ho continuato a girare finché  una volta, tornato a casa, mi son detto: “Ma l’Italia? Quanto a fondo conosco l’Italia, quella vera, quella selvaggia?”. Così ho preso una cartina e ho visto che l’Italia è interamente unita dalle catene montuose, una lunga dorsale che unisce tutto lo stivale, incluse le due isole maggiori. “Ma che figata sarebbe poter raccontare l’Italia non con l’occhio del turista, ma con quello del viandante! Camminare lentamente per raccontare la storia, le tradizioni, i luoghi e le genti di questo nostro bellissimo paese”
Ho iniziato a tracciare sulla cartina i sentieri da Nord a Sud, ma un amico mi ha fermato in tempo dicendomi che qualcuno aveva fatto questo lavoro prima di me e che esisteva “Il Sentiero Italia”, un sentiero di oltre 6.000 Km che unisce tutte le catene montuose. Si tratta di un progetto CAI (Centro Alpino Italiano) che io però ho rivisto ed ampliato.
Naturalmente non potevo chiedere ferie per un periodo lunghissimo e quindi, dopo essermi chiesto quali fossero le cose che realmente mi rendono felice, mi sono licenziato. Ero un operaio di fabbrica. Ho stabilito una data e sono partito a piedi.

Da dove sei partito e dove conti di arrivare?

Sono partito il 30 Marzo di quest’anno (2019) da Caro che è un paesino sulla costa orientale dell’Isola d’Elba e quindi ho iniziato ad attraversare l’Isola d’Elba. 
L’Isola d’Elba non fa parte del Sentiero Italia, così come progettato dal CAI. E’ un percorso che ho voluto aggiungere io per rendere il progetto mio, personale. Dall’Isola d’Elba mi sono spostato in Sardegna – l’ho attraversata da Nord a Sud; poi, è stata la volta della Sicilia, della Calabria, della Basilicata ed ora, eccomi qui, in Campania.
La particolarità dei Sentieri CAI è che non si percorrono strade – solo catene montuose per sentieri. Ovvio, ci sono dei collegamenti con delle stradine piccole di campagne, però è davvero poca cosa. Il Sentiero Italia è il più lungo al mondo, quasi 7.000 km. Non è una scampagnata! Occorre orientamento ed essere allenati.
Quando conto di arrivare? Beh! Avevo dei conti fatti che ho dovuto rivedere. Pensavo di arrivare a fine ottobre, ma adesso, con l’arrivo di Pulce, spero di tornare a casa e mettermi a sedere con le gambe sotto al tavolo per il panettone.
Renato Frignani

Non utilizzi alcun mezzo di locomozione tra un posto e l’altro?

Cammino e basta – non uso alcun tipo di trasporto. Le uniche occasioni  in cui ho utilizzato per brevissimi tratti il trasporto è stato per problemi logistici o perché Pulce ed io eravamo in difficoltà, ma si è verificato rarissime volte. Una su mille. Solo per motivi gravi e/o seri chiedo l’autostop.

Come sei organizzato, intendo per gli alloggi – tutto come viene o hai un minimo di programma?

Un viaggio del genere può dare la sua massima espressione solo se vissuto interamente in piena libertà, senza troppi planning – non puoi stare a programmare troppo perché sono tante le cose che possono accadere durante il cammino, Diciamo che io viaggio “in autonomia”, nel senso che posso cavarmela da solo per qualche giorno. Ho la tenda, le cose da mangiare, un fornellino – un po’ tutto per starmene per i fatti miei per qualche giorno. In certe occasioni mi appoggio anche a delle strutture se necessario e se qualcuno mi offre ospitalità per dormire a casa o nel giardino, ben venga! Anzi l’ospitalità diventa un’occasione di scambio di opinioni, un’occasione per conoscere nuove persone.

Cosa porta nello zaino un viaggiatore come te?

Nello zaino ho la mia casa; dal kit medico all’elettronica, dai solari ai filtri per purificare l’acqua, tre stracci per vestirmi (il minimo indispensabile), il diario di bordo, tenda, materassino, sacco a pelo, telo cerato, fornellino ad alcool, cose da mangiare, acqua.
Renato Frignani

L’incontro con Pulce

L’incontro con Pulce. Dove e quando è avvenuto?

Pulce è un cucciolo di pastore maremmano meticcio che ho incontrato il 9 Giugno sulla catena costiera calabrese, sul passo della Crocetta. Lì è avvenuto il nostro incontro. Era tra l’immondizia. Da quel momento è cambiato il mio viaggio; è cambiata anche la mia vita. E’ diventato tutto più difficile e faticoso (sbuffa), però sono felice della scelta che ho fatto – quello di tirarlo fuori da dov’era e di portarlo via con me. Lo rifarei altre mille volte.

Renato Frignani

In tanti si stanno offrendo per fornirti una soluzione per Pulce che essendo piccolo si stanca facilmente. Quale soluzione di quelle prospettate credi che adotterai?

Con Pulce sono davvero in difficoltà. Non sono in macchina, né in bici – sono a piedi, ho uno zaino e il cucciolo ha bisogno di tante cure. Non è per niente semplice. Ho fatto delle soste nella zona di Cosenza per curarlo, nutrirlo, metterlo un po’ in forze.  L’ho trasportato per un po’ in uno zainetto, ma ora non ci sta più – è pesantissimo e neanche trasportarlo con un carrello e/o un trolley sarebbe una soluzione perché i Sentieri Italia CAI sono impegnativi, impervi. Quindi, al momento, l’unica soluzione è “andare a passo di cane” organizzando le tappe nella maniera più saggia.
Renato Frignani

“Restare studenti è il segreto della vita”

Qual è lo scopo del tuo viaggio? Di cosa è in cerca Renato Frignani?

Lo scopo del mio viaggio è raccontare l’Italia, raccontare gli italiani, questo nostro bellissimo paese che il più delle volte viene visto solo attraverso gli occhi del turista che visita le città d’arte e le solite mete turistiche. Io, invece, voglio raccontare questo paese da un altro punta di vista, quello del “passo lento”, degli incontri, dei paesi di cui nessuno parla mai.
E dopo, quando mi sarò fermato, un libro, un film documentario, lezioni nelle scuole, serate – io amo raccontare. L’ho già fatto per i precedenti viaggi. Viaggiare è un’università della vita – non si finisce mai di imparare e per me restare studenti è il segreto della vita.

Ti sei mai pentito di questa scelta, magari in un momento di difficoltà?

Sono una persona molto semplice e credo che tutto si possa cambiare se lo si desidera realmente. Occorre dare voce allo spirito e seguire la sua voce. Le paure, ci sono…Certo! E’ normale! Ma è meglio rischiare che aspettare!

Chi era prima Renato Frignani? Chi è oggi e cosa sogna di diventare domani?

Una domandona questa. Io sono molto attento, uno che guarda sempre come si muove la gente, quello che fanno gli altri e rifletto sulle conseguenze delle azioni. Guardando gli altri, mii sono chiesto: “Quanto pesa quel che sto facendo sulla mia vita? Rischio ad esser me stesso?” Beh! Piano piano sto scoprendo che sono sulla strada giusta per ciò che ritengo sia più adatto a me, invece di fare quello che mi dicono gli altri.

Qual è la cosa più bella di questa tua avventura? Il contatto con la natura, i rapporti umani che nascono on the road, la solitudine, o altro?

La cosa più bella di questa avventura è l’approccio con le persone, i bellissimi rapporti che nascono con persone mai viste prime – cose queste che conferiscono al viaggio un’altra dimensione. Non sarebbe la stessa cosa affrontare questo viaggio come un’impresa da guinness, con lo spirito di chi intende conseguire un record. Natura, storie e rapporti sociali sono queste le cose di cui mi arricchisco.

Lasciamo Renato ad un bivio. Per noi il tragitto termina qui e torniamo indietro.Torniamo nella frenesia, prerogativa oramai anche dei piccoli centri urbani.  Renato e Pulce continuano il loro viaggio, ma al momento Pulce sembra voler sonnecchiare e Renato non gli farà certo storie.

 

Pulce

Grazie Renato per tutte le cose che ci hai insegnato e per il tuo modo di raccontare la vita!

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