Carlo III di Durazzo ideò la costruzione del castello di Durazzano nel 1381.
La fortezza è definita da Armando Ciollaro la “gemella” del Maschio Angioino di Napoli, una forma quadrangolare di 40 metri per ogni lato ed agli angoli presenta torri circolari arricchite da merlature.
Nel castello soggiornò il re Ladislao e successivamente venduto a Giovanni Cicinelli e divenne proprietà del conte di Caserta Baldassarre della Ratta.
Fece ristrutturare il castello fortificando anche le mura e costruire l’acquedotto della contrada Condotti.
Ci furono degli scontri tra alcuni feudatari ed Antonio della Ratta che venne imprigionato all’interno del castello di Sant’Agata. Giovan Cola riuscì ad assediare la fortezza con l’aiuto delle flotte della regina Giovanna ed a sprigionare suo padre.
Fu organizzata una festa all’interno del castello di Durazzano per esultare la liberazione del padre.
Circondato da un ampio fossato, originariamente era attraversato dalla sorgente Condotti, situata alle pendici del monte Burrano.
L’ingresso del castello presenta la facciata principale rovinata a causa del tempo; il ponte mobile oggi è stato sostuito da un passaggio costruito in pietra.
All’ingresso è ancora presente lo stemma originale del casato dei Durazzo scolpito sul marmo su cui è raffigurato un leone con una corona ducale sulla testa e su ogni sbarra orizzontale i gigli di Firenze.
All’interno del cortile è possibile individuare, sotto le torri, dei sotterranei che all’epoca erano destinati a prigione. Accedendo ai piani superiori, sono presenti numerose sale arricchite da alcuni frammenti di affreschi.