Agro atellano. Alla scoperta dei tesori del Museo Archeologico

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“Omnium terrarum non modo Italiae, sed totius orbis pulcherrima Campania est”. Quasi duemila anni fa il poeta romano Floro descriveva la Campania come la più bella terra d’Italia e di tutto il mondo.

La presenza di popoli e civiltà sin dal III millennio a.C, hanno reso il territorio ricco di siti archeologici, distribuiti soprattutto nell’area flegrea, vesuviana, cilentana e del casertano.

La zona dell’ Agro Atellano negli ultimi decenni ha rivelato particolare ricchezza nei rinvenimenti. Da ciò nasce l’idea del Museo Archeologico dell’Agro Atellano, finanziato con fondi statali e regionali e  inaugurato al pubblico il 5 aprile del 2002. L’edificio messo a disposizione dal Comune di Succivo, fu costruito nella seconda metà dell’800 e destinato dapprima a carcere mandamentale, successivamente a Stazione dei Carabinieri ed oggi a museo.

Il Museo Archeologico dell’ Agro Atellano

I reperti sono distribuiti su due livelli. Il primo piano, costituito da sette sale, ospita rinvenimenti provenienti dalle zone limitrofe l’antica città di Atella. A Gricignano durante i lavori per la realizzazione della cittadella dell’U.S. Navy furono ritrovati numerosi oggetti da cucina in ceramica risalenti circa alla fine del VI sec. a.C. Nei primi anni del’900 durante la realizzazione della linea ferroviaria “Direttissima” Roma- Napoli, nella zone di Frignano, Villa di Briamo e Carinaro furono rinvenuti rispettivamente: parte del vasellame di un prezioso corredo funebre, alcuni elementi di un “servizio da mensa” e recipienti di ceramica acroma. I materiali provenienti da Caivano, Aversa, Frattaminore e Sant’Antimo, sono costituiti soprattutto da ricchi corredi funerari. Parte degli oggetti finemente dipinti, sono riconducibili alla prima Officina di Capua e all’Officina cumana.

Il secondo piano ospita una serie di tombe databili tra l’ VIII-VII sec. a.C.,appartenenti ad una piccola necropoli rinvenuta a Gricignano all’interno della base U.S. Navy  alla fine degli anni ’90. Lo scavo ha portato alla luce 93 tombe, che testimoniano la presenza di una civiltà contadina aperta ai primi scambi commerciali con le colonie greche di Pithecusa (Ischia) e Cuma. I corredi appartengono ad individui di ambo i sessi e si differenziano per contenuto in base al rango del defunto. Di particolare rilevanza è la presenza di una tomba ad incinerazione, rituale funebre tipico della tradizione greca adottato evidentemente ai personaggi di spicco come simbolo del proprio status sociale.

Un luogo quindi, il Museo Archeologico dell’ Agro Atellano, che racchiude vestigia di una storia millenaria da scoprire percorrendo le sue sale.

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