Gibellina è un esempio vivente di come l’arte possa giocare un ruolo fondamentale nella rinascita di una comunità
La fiction Rai Màkari, con Claudio Gioè, Domenico Centamore ed Ester Pantano, giunta alla terza stagione e ispirata ai romanzi di Gaetano Savatteri, offre agli spettatori un viaggio emozionante attraverso alcuni dei luoghi più suggestivi della Sicilia. Le riprese, svolte in diverse località siciliane, mettono in vetrina la bellezza naturale, storica e culturale dell’isola, rendendola protagonista al pari dei personaggi della fiction.Nella seconda puntata della terza stagione andata in onda ieri 25 febbraio (che trovate su RaiPlay), ad essere protagonista è stata la città di Gibellina incastonata nella Valle del Belice e divenuta simbolo di rinascita e di trasformazione artistica dopo il terremoto del 1968 che ebbe a devastarla.
Prima del sisma, Gibellina era una piccola comunità di poco più di 6000 abitanti, caratterizzata da una struttura urbana divisa in sei quartieri.La decisione di non riedificare la città nella sua originale collocazione, ma a circa 20 chilometri di distanza, ha aperto la strada a un progetto unico di ricostruzione guidato dall’ex sindaco Ludovico Corrao.
Corrao ebbe ad invitare artisti di fama mondiale a contribuire alla creazione di Gibellina Nuova, trasformandola in un vasto laboratorio di sperimentazione artistica.Tra le figure chiave coinvolte Alberto Burri che ha realizzato il famoso Cretto di Burri sul sito dell’antica Gibellina, una toccante opera di land art che commemora le vittime del terremoto – Arnaldo Pomodoro il cui Aratro di Didone è apparso durante una delle scene di Màkari e Mimmo Paladino che ebbe a realizzare la Montagna di Sale all’interno del Museo delle Trame Mediterranee, simbolo di conservazione della memoria e rinascita.
Gibellina Nuova
L’ambizioso progetto della nuova città ha visto la collaborazione di numerosi artisti e architetti che hanno lasciato un’impronta indelebile.
Oltre al Cretto di Burri, Gibellina ospita opere di Consagra, come la Stella d’Ingresso al Belice, e contributi di artisti quali Carla Accardi, con i suoi pannelli di ceramica dipinti, e architetti come Nanda Vigo, Laura Thermes e Franco Purini, che hanno lavorato su vari progetti urbani.
Oggi, Gibellina è un esempio vivente di come l’arte possa giocare un ruolo fondamentale nella rinascita di una comunità, trasformando le tragedie in opportunità di rinnovamento culturale e spirituale.La città continua a evolversi, cercando nuovi modi per integrare l’arte nella vita quotidiana dei suoi abitanti e per attrarre visitatori interessati alla sua unica storia di resilienza e creatività.