Gli antichi tesori di Mirabella Eclano


Nella provincia di Avellino ritroviamo la città di Mirabella Eclano. Nel corso dei secoli ha subito molti cambiamenti riguardo al suo nome, chiamandosi Eclano, Quintodecimo, Acquaputida e Mirabella.

Rappresentava uno dei più importanti centri della dominazione sannita, dovuto alla sua posizione sulla via Appia, collegata alla strada Herdonitana con la Aurelia Aeclanensis. Alleandosi nella guerra punica con gli Italici, venne saccheggiata  da Silla nell’89 a.C.

Vi sono alcuni ritrovamenti di tombe “a forno” risalenti all’età neolitica dove si accede attraverso un pozzo di forma circolare dove si evidenziano importanti caratteristiche di quella cultura.

Successivamente l’antica Aeclanum passò alla tribù Cornelia; sotto Augusto appartenne alla regione campana ma con Adriano il paese divenne colonia di Aelia Augusta. Gli scavi archeologici condussero alla scoperta di alcune abitazioni di epoca romana con pavimenti a mosaico ed un importante complesso con sculture in marmo. Queste ultime rappresentano una Niobite e si deduce che fosse la copia di un originale di epoca greca del III secolo a.C., un torso raffigurante Apollo, un dio fanciullo con il corno dell’abbondanza ed una scultura del Menade risalente al II secolo a.C.

Uno dei personaggi più importanti che nacquero in questo paese nel I secolo a.C. fu il comico Pomponio Bossulo.

Le truppe di Costanzo II, imperatore d’oriente, distrussero la città ed assunse il nome di Quintodecimo. Divenne sede vescovile sotto la proprietà del pontefice Giuliano Palegiano.

La città assunse il nome di Acquaputida per le sue sorgenti di acqua sulfurea. La seconda città Mirabella era feudo dei Visconti, degli Sforza della Leonessa, degli Orsini di Gravina  e nel 1862 infine ottenne la denominazione di Eclano.

La chiesa di Santa Maria Maggiore

Oltre ai resti dell’antico castello costruito dal re Ruggiero, ritroviamo anche la chiesa di Santa Maria Maggiore. I lavori di ristrutturazione avvennero nel 1879; verso la fine del XIX secolo un terremoto danneggiò alcune sue parti tra cui il semicatino dell’abside, gli archi e le mura del transetto e del campanile. Il soffitto presenta un dipinto del Tomaiuoli raffigurante l’Assunzione e nel transetto destro il Crocifisso in legno del XII secolo.

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