Diverso tempo fa lessi un libro che mi piacque moltissimo:“Il caffè dei miracoli” di Franco Di Mare, edito da Rizzoli. La storia è quella della piccola comunità di Bauci, immaginario borgo a strapiombo sulla costiera amalfitana, che improvvisamente viene turbata dalla presenza di una statua, un nudo di Botero collocato in piazza, il cui opulento sedere è rivolto, purtroppo, verso la chiesa. Un’oscenità a pochi giorni dalla visita del vescovo. Don Enzo, il parroco del paese, è disperato. Come fare? Impossibile spostarla. La statua è troppo grande e il tempo a disposizione è poco. Così iniziano i problemi tra Don Enzo che intende assolutamente rimuoverla e Rocco Casillo, il sindaco del paese, al quale la statua serve per coronare i suoi sogni politici. E poi, da quando è apparsa quella statua, in paese accadono cose davvero strane, come la comparsa di una neonata ai piedi della statua.
Pompei, il Satiro della discordia
A raccontarci una storia simile è anche Enzo Longobardi che questa volta, in sella alla sua bici, ha fatto tappa a Pompei, in Via Plinio, dove si trova la statua di un satiro, oggetto anch’essa di discordia tanto da esser stata rimossa dal posto in cui in origine era stata collocata. Ecco come ce ne parla Enzo.
Il Satiro della discordia – Marciapiede di Porta Stabiana, scavi di Pompei. Un po’ isolata, una statua in bronzo del Satiro versante, riproduzione di quella trovata nella bellissima domus del Centenario. Il satiro è nudo, in posizione reclinata e maneggia un otre. Perché ne parlo? Perché questa statua è l’esempio storico perfetto delle due Pompei, una pagana e l’altra cristiana.
Qualche anno fa il satiro era posizionato di fronte via Sacra, che dalla Ferrovia dello Stato porta alla Basilica, ma con una caratteristica: fu progettato come fontanina, con zampillio d’acqua, a mo’ di pipì, tutto il giorno. Quel nudo zampillante così esposto però, non piacque mica tanto ai pellegrini diretti al Santuario che si lamentarono a tal punto, che il Comune di Pompei fu costretto, pare anche sollecitato dal clero locale, a spostare la statua due km lontano, in zona Scavi, più pagana e meno suscettibile alle nudità anche artistiche.