Napoli Sotterranea – Il Ventre Della Città

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A quaranta metri di profondità per “vic e vicariell” (vicoli e vicoletti), così come in superficie, si estende nella Napoli Sotterranea un sottosuolo carico di storia. È nelle sue viscere che raccolgono testimonianze di una città ricca di storia millenaria

Chilometri di cunicoli risalenti al periodo greco, quando s’iniziò a estrarre dal sottosuolo le pietre di tufo per costruire la città sovrastante, durante il periodo romano furono ampliati e adattati per raccogliere l’acqua piovana, realizzando un acquedotto, che seppur riveduto e corretto nel corso dei secoli serviva a portare acqua nelle case napoletane fino al 1885, data in cui il terribile colera flagellò la città e mise fine al suo utilizzo. Comunque, parallela alla sua attività di acquedotto, non si era mai fermata l’attività di estrazione del tufo. In particolar modo, durante il periodo degli Angioini, quando fu vietato di portare materiale da fuori per le costruzioni data la grande espansione della città, i napoletani ovviarono estraendone dal ventre della città.

Grazie ai pozzi già esistenti, si ampliarono le cisterne sottostanti con nuove estrazioni di tufo, determinando anche una fragilità delle strade, soprattutto in alcuni punti.

Durante la seconda guerra mondiale il sottosuolo ospitò circa quattromila napoletani, che si rifugiavano raccogliendo velocemente i propri cari e quel che potevano per sopravvivere fino alla fine dell’emergenza al suonare della sirena, preludio di bombardamenti imminenti.

Quando finì la guerra, la devastazione in superficie, la mancanza di mezzi, la disperazione, fecero sì che fossero rigettate al suo interno macerie e altro. All’interno, attraverso i pozzi ancora esistenti, trovano sede i cumuli di pezzi di tufo che proprio da lì erano stati estratti nel corso dei secoli. Questo andrà avanti per molto, troppo tempo, quasi a cancellare con la spazzatura la sua storia.

Per fortuna tutto ciò si arresta agli inizi degli anni ottanta, grazie ad associazioni di volontari che l’hanno ripulita offrendo un percorso ai turisti unico nel suo genere. La storia di questa città è tutta lì, nelle sue fondamenta, con le sue pareti, graffiti, e testimonianze di una cava che diventa acquedotto, poi rifugio, poi discarica, poi un museo.

A questa misteriosa città sottostante è legata la figura del monaciello, che nella credenza popolare è chi abitava nelle case napoletane. se gli stavano simpatici gli abitanti della casa faceva trovare soldi, ma se per caso lo indispettivano i suoi legittimi abitanti, allora dava corso a piccoli dispetti o “paleatoni”, schiaffi e pugni durante la notte. La realtà di questo mito è da ricondurre  forse all’attività dei pozzari, uomini che vivevano nel sottosuolo e gestivano l’approvvigionamento dei pozzi. Si muovevano in territori angusti e umidi, pertanto vestivano un mantello con cappuccio, da qui la somiglianza ai monaci. Accedevano alle case direttamente dai pozzi, soprattutto quando le donne erano sole in casa. Non è difficile immaginare che forse alcune visioni da parte dei mariti rientrati a casa fossero reali e non opera di spiriti goliardici. Ovviamente sono solo supposizioni, che nulla tolgono al rispetto che nutrono i napoletani nei confronti del leggendario munaciello.

Non perdete l’occasione di fare un tuffo nel tempo, oltre a Napoli Sotterranea, si può visitare il Teatro Greco Romano, e il Museo della Guerra. Tutti nel ventre della città.

www.napolisotterranea.org

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