Palazzo Donn’ Anna a Posillipo

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Un palazzo che colpisce da subito per la sua facciata tufacea mai completata e per le leggende che lo avvolgono.

La leggenda narra che ai tempi degli Angioini, in questa zona vivesse un tal Beppe, noto e famoso per le sue doti amatoriali e la Regina Giovanna anche lei nota per i suoi intrighi amorosi, fece costruire in una zona solitaria e fuori della città, la collina di Posillipo appunto, una villa denominata “Villa delle Sirene” dove poter trascorrere giorni passionali con il pescatore Beppe.

Dopo tre giorni di passione il povero pescatore inconsapevole dei trabocchetti posti nel palazzo e del triste destino che lo attendeva, morì in mare tramite una botola aperta nel pavimento. La sovrana non poteva permettere a nessuno di raccontare ciò che avveniva in quel palazzo, e quindi ogni incontro con i suoi amanti sarebbe stato l’ultimo a loro insaputa. Appresa la notizia, Stella, fidanzata del disgraziato pescatore iniziò a maledire la Regina con tutte le sue forze. Tanti e potenti furono le maledizioni dell’inconsolabile Stella che nemmeno dopo la morte della regina, le maledizioni finirono.

Continuarono a colpire i proprietari aristocratici della villa. Dopo esser appartenuto dal 1571 ai Ravaschieri, il palazzo fu venduto al principe Luigi Carafa di Stigliano, Antonio figlio del principe lo ereditò, lasciandolo alla sua morte alla figlia Anna Carafa donna superba e falsa. Lei per far fronte alla maledizione decise di demolire l’intera villa per costruirne un altra chiamata appunto Palazzo Donn’Anna. Sembra che questa soluzione non fermò gli anatemi di Stella e Beppe dal fondo del mare.

Fu Costruito alla fine del 1600 per volontà di donna Anna Carafa consorte del vicerè Ramiro Nunez de Guzman, duca di Medina de las Torres, la cui realizzazione fu affidata a Cosimo Fanzago noto architetto dell’epoca. La sua costruzione prevedeva due ingressi uno sul mare e uno dalla strada lungo la costa di Posillipo e con una facciata barocca.

Purtroppo la prematura morte di Donn’Anna avvenuta durante un periodo d’insorgenza popolare ovvero la rivolta di Masaniello, portò alla caduta del viceregno spagnolo con conseguente fuga del marito a Madrid e lasciando incompiuta per sempre la facciata cosi come la vediamo oggi donandole per sempre un’aria dolente, romantica, affascinante, decadente e misteriosa.

Nel corso dei secoli numerosi passaggi di proprietà hanno visto più volte provare a cambiarne la destinazione d’uso della struttura, da fabbrica di cristalli nel 1824, ad albergo nel 1870 con i Geisser proprietari, nel 1894 Banca d’Italia ai Genevois poi.

L’edificio non è visitabile e non è un polo museale perché è interamente abitato da privati, divisi in condomini, ma non lesina la sua bellezza a tutti i curiosi e visitatori che vogliono ammirarne la decadente bellezza, soprattutto dal mare o dall’adiacente spiaggia privata.

foto :Angela Garofalo

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