E’ il premio assegnato all’artista Enzo Avitabile a Napoli nella Basilica di San Giovanni Maggiore, nell’ambito dell’evento organizzato da Life in Naples incentrato sulla vita e la leggenda di San Gennaro, ispirato all’omonimo testo storico di Matilde Serao.
Location insolita. Non il grande palco,non le grandi folle che lo seguono nei suoi innumerevoli concerti, ma una basilica che con la sua bellezza, solennità, sacralità, storicità ha fatto da scenario all ’artista che non si è risparmiato, eseguendo diversi brani , sollecitato da un pubblico attento ,emozionato e ammaliato. Noto il suo carisma sul palco: i suoi discorsi, i particolari strumenti musicali di cui si avvale, i testi, i ritmi, le collaborazioni ne fanno un artista Unico .
Un ulteriore riconoscimento che va ad arricchire i già molteplici premi ricevuti.
L’artista Enzo Avitabile, nato nel quartiere Marianella a cui tuttora è legatissimo, inizia studiando sassofono nella cantina del palazzo dove abitava ed esibendosi nei locali americani della città. Si diplomerà poi in flauto al Conservatorio S.Pietro a Majella. Sin dai suoi esordi, elemento caratterizzante della sua musica è la ricerca continua del genere che meglio rispecchi le sue origini che non necessariamente vanno identificate (come si potrebbe subito pensare) nella ricerca della tradizione della musica napoletana. E’ qualcosa di diverso. Qualcosa a cui attingere per andare più lontano.
Una fusion perfetta di culture e suoni che incontrerà man mano nel suo percorso artistico. Come un ricercatore che passa una vita a studiare l’antitodo, lui cerca, mischia ,fonde generi di culture diverse. Quella che trova strada facendo sembra ,in realtà lo è quasi, un percorso spirituale attraverso la musica. Queste scelte mai commerciali, dettate da questo filo conduttore che accompagna la sua carriera artistica, lo porteranno a centrare la missione: dapprima il pop, poi ritmi afro-americani.
Il 1996 è l’anno che rappresenta il giro di boa. Senza mai perdere di vista la sua identità “musicale” che rimane -da sempre e fino ad oggi- personalissima,questo è l’anno che segna il ritorno ad un linguaggio originario ispirato alla lingua madre (il napoletano ) che arricchisce di nuovi costrutti odierni. Nel brano “Mane e mane “ scritto per l’Unicef ed eseguito con Mory Cante, riesce ad imprimere perfettamente, in note e parole, l’incastro perfetto tra spiritualità, dinamiche sociali e politiche delle culture del Mediterraneo.
Successivamente con i Bottari intraprende un nuovo progetto musicale nel quale ancora una volta sceglie un profilo musicale personalissimo. Azzardato. Contro tutte le tendenze del momento, attinge ancora una volta al vasto repertorio della tradizione popolare. I “Bottari” di Portico (Ce) sono un gruppo musicale tra i più autentici nel panorama della World Music che collabora da anni con Enzo Avitabile; presenti nella tradizione popolare di Terra di Lavoro, si narra che i contadini- nel tentativo di scacciare gli spiriti maligni dagli angoli delle loro cantine- percuotessero freneticamente botti, tini, falci, tutti attrezzi impiegati nel lavoro dei campi. Stesso rituale si ripeteva anche all’aperto, come buon auspicio per i raccolti futuri.
Numerosi le collaborazioni importanti nel corso della sua carriera, premi e riconoscimentiprestigiosi tra cui il “Premio Tenco del 2009 per il miglior disco dell’anno nella categoria dialettale. Del 2013 Enzo Avitabile Music Life, film documentario diretto dal regista Premio Oscar Jonathan Demme. Il progetto nasce dalla stima reciproca dei due artisti:Il regista americano segue da tempo il percorso musicale di Avitabile, protagonista della world music sulla scena internazionale. Tanti i progetti paralleli che sta portando avanti, lui è inarrestabile. La sua forza motrice la curiosità, guardando il mondo con occhi spalancati, di chi ha sete d’imparare.
photo e video Angela Garofalo