I tesori di Villa Floridiana


Ferdinando IV donò due ville alla sua amica Lucia Migliaccio, duchessa di Floridia che sposò pochi mesi dopo dalla perdita della sua consorte Maria Carolina d’Austria.

Un’area di 18 ettari, dal Vomero a Via Martucci, fino alla chiesa di Santa Maria del Portico. Edificarono l’edificio su una villa della fine del cinquecento appartenuta alla famiglia Torella. Nel 1809, l’architetto Francesco Maresca portò a termine i lavori di ristrutturazione della villa.

Ferdinando IV acquistò la villa nel 1817 che fu divisa in due zone, unite da un ponte costruito dall’architetto Antonio Niccolini. Quest’ultimo vi fece scolpire sulla volta un fiore che raffigura il giglio borbonico.

La ricostruzione della Floridiana e della villa Lucia fu completata dal Niccolini con  la creazione di boschi, prati e tempietti.

All’esterno nei giardini di villa Floridiana primeggia il tempio ionico, un padiglione bianco ai margini della terrazza.

Villa Floridiana aveva un pianterreno e due piani nobili di cui uno con sala d’ingresso decorata a stucchi.

Era la residenza preferita dalla duchessa, ma non potè stabilirsi a lungo in quanto il matrimonio terminò nel 1825 con la morte del maturo sovrano.

I figli divisero la pricipesca dimora in due parti uguali.

<< Il Museo della Ceramica >> del duca di Martina.

Nella palazzina di Villa Floridiana si può ammirare un’imponente collezione di porcellane e di maioliche raccolta dal duca di Martina don Placido di Sangro. Arricchì questo museo con altri importanti pezzi il nipote del duca, conte de Marzi che li offrì alla città di Napoli nel 1931.

Queste collezioni sono state riordinate ad opera dello Stato in ben 31 sale che contengono porcellane francesi di tutte le epoche di Doccia, di Venezia, di Capodimonte, e di Napoli.

Il museo comprende anche porcellane di Sassonia <<Augustus rex>>, porcellane inglesi di Chelsea e di Vienna, una rarissima raccolta di tabacchiere, una collezzione di anfore, porcellane giapponesi e cinesi a cominciare dalla dinastia Ming.

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