Ucraini in fuga dalla guerra. Conoscersi attraverso il disegno e la poesia


Conoscersi attraverso il disegno e la poesia – è questa la base del progetto di solidarietà a favore dei cittadini ucraini in fuga dalla guerra avviato dall’A.Ge. (Associazione Genitori) di Terni i cui volontari si occupano, in questo momento di emergenza, di dare sostegno alle donne e ai bambini in fuga dalla guerra.

Accogliere, socializzare ed integrare attraverso la poesia, il progetto di solidarietà dell’A.Ge. di Terni

Presidente dell’A.Ge. Di Terni è il Prof.Maurizio Valentini al quale abbiamo chiesto di illustrarci meglio questo importante progetto di solidarietà.

  • Accogliere, socializzare ed integrare attraverso la poesia. Maurizio, ci racconti qualcosa di più.

L’emergenza guerra ci ha posto dinanzi ad una seria problematica, quella di accogliere le donne e i bambini in fuga dal loro paese. Si tratta di persone che da un momento all’altro si sono ritrovate private di ogni cosa, in uno Stato dove non si parla la loro lingua, circondate da volti sconosciuti.

Noi dell’A.Ge. di Terni che dal 2000 ci occupiamo di problematiche inerenti la famiglia, abbiamo pensato che per dare loro il massimo dell’assistenza avevamo bisogno di conoscere queste persone e come fare in breve tempo a sapere qualcosa in più di ciascuno di essi? Attraverso il racconto che ognuno può fare di sé che gli adulti possono realizzare attraverso uno scritto, in ogni sua forma, come ad esempio una poesia, e i più piccoli, invece, attraverso il disegno.

  • Cosa disegnano i bambini?

I bambini, quelli dai 4 anni in su, ovvero quelli che possono staccarsi dalla mamma e che hanno già acquisito una certa manualità con matite e colori disegnano principalmente la loro realtà, quella alla quale sono stati strappati. Sono disegni carichi di colore come lo sono i costumi della loro terra. Ad aiutarci alcuni ragazzi che provengono dalla scuola di fumetto che hanno aiutato i più piccoli a realizzare una sorta di Avatar di se stessi in modo che il racconto possa essere quanto più veritiero possibile. Il lavoro è coadiuvato da diversi traduttori che ci aiutano nella comunicazione verbale.

  • Quanti bambini partecipano attualmente al vostro progetto?

Al momento circa una ventina. Abbiamo due uffici dove possono venire a stare e disegnare tutto ciò che desiderano, in piena libertà, senza alcuna tematica e con una musica rilassante in sottofondo. Oltre ai traduttori e ai ragazzi della scuola di fumetto, la nostra squadra è composta da psicologi e pedagogisti il cui operato è fondamentale per questi bambini che vivono un forte stress post traumatico, così come anche le loro mamme.

  • A proposito di mamme, gli adulti hanno aderito al vostro progetto?

Con gli adulti abbiamo avuto qualche difficoltà in più rispetto ai bambini. Non è facile raccontarsi, aprirsi verso delle persone che non si conoscono. Molte donne hanno prima scritto, poi strappato il foglio e riscritto ancora. Qualcuna si preoccupa della traduzione che potrebbe essere non troppo fedele a ciò che realmente intendono far sapere. Raccontano le loro emozioni, le loro paure.

Non tutte hanno preso parte al progetto. Abbiamo fatto stampare delle locandine per promuovere il progetto. Gli incontri si svolgono quattro volte a settimana. Siamo in fase di sperimentazione e la freschezza del progetto è anche la sua bellezza. E’ una scoperta continua. E’ una reciproca conoscenza. Sono sicuro che pian piano si avvicineranno al progetto anche altre donne.

A.Ge di Terni

  • Dove alloggiano queste persone?

A Terni, prima dello scoppio della guerra, vivevano già 1.100 ucraini; a Perugia circa 4.500. La maggior parte delle persone in fuga dalla guerra hanno trovato alloggio presso famiglie di connazionali, ma ci stiamo adoperando per trovare anche altre sistemazioni se l’emergenza dovesse continuare.

  • Cosa dicono queste persone?

Gli ucraini sono persone estremamente dignitose. Non sono qui per chiedere nulla. Sono qui in Italia e negli altri paesi occidentali solo perché minacciati dalla guerra. Non chiedono altro che di ritornare al loro paese. Grazie all’Anpas Umbria e a organizzazioni internazionali come la Samaritan International abbiamo in cantiere la creazione di un campo di accoglienza in Slovacchia in modo che possano trovare rifugio in un paese dove per cultura e lingua possano sentirsi più vicini o comunque meno lontani dai loro affetti che sono rimasti in patria per resistere. Lì ci sono i loro mariti, i loro padri, i loro fratelli, i loro figli. E’ soprattutto per questo che anelano un ritorno in patria nel più breve tempo possibile.

  • Maurizio, come è possibile sostenere il vostro operato?

La nostra è una rete di volontari che in questo momento d’emergenza sono a disposizione di chi fugge dalla guerra e arriva nel nostro paese. I nostri volontari li accompagnano a fare visite mediche, a sottoporsi al tampone e/o a vaccinazione, l’aiutano nello svolgimento delle pratiche burocratiche, nell’inserimento scolastico dei più piccoli, offrendo loro soprattutto un sostegno emotivo. Naturalmente, abbiamo in corso tanti altri progetti. A Maggio ci sarà “Poesie in panchina & Sarò la tua voce”, una rassegna di poesie scritte dai detenuti nella casa circondariale di Terni che si svolgerà nel Parco delle Grazie.

 

Chi volesse sostenere il nostro progetto e le nostre attività con un contributo economico può farlo attraverso un versamento sull’IBAN dell’associazione:  IT30Q0103014401000001689159.  Maggiori informazioni sul nostro sito  o scrivendo a ageumbria@gmail.com. 

 

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