Mia madre diceva: “Questa casa non è un albergo!”, quando io e mio fratello, da adolescenti, tornavano a casa ad orari improbabili e magari affamati, andavamo in cerca di qualcosa da mettere sotto i denti. A Napoli lo stesso concetto si esprime con l’espressione “Chesta nun è ‘a taverna d’’o trentuno!” (letteralmente: “Questa non è la taverna del 31).Vediamo perchè.
Chesta nun è ‘a taverna d’’o trentuno, cosa significa?
“Chesta nun è ‘a taverna d’’o trentuno!” – oggi è cosa assai rara sentir pronunciare a qualcuno questa frase, ma un tempo le donne usavano questa espressione per assicurarsi rispetto per il proprio lavoro.
L’espressione era rivolta principalmente agli uomini di casa che, tornando a casa fuoriorario, pretendevano un pasto caldo e magari anche in fretta.L’espressione fa riferimento ad una taverna che prendeva il nome dai numeri civici in cui era collocata.
La taverna si trovava a Pozzuoli, in Via San Rocco ed aveva due ingressi: il 30 ed il 32.Alla gente, però, dopo il trenta veniva più facile ricordare il trentuno; per questo motivo la taverna, dove si poteva mangiare a tutte le ore del giorno e della notte, era conosciuta come la Taverna del Trenta e Trentuno.
Dire a qualcuno “chesta nun è ‘a taverna d”o trentuno” significa lasciar intendere che se si desidera mangiare un boccone è bene presentarsi a tavola all’ora stabilita per il pranzo o per la cena; mai dopo, altrimenti si corre il rischio di restare a bocca asciutta.
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