“Dopo aver toccato il fondo, vi è sempre una rinascita”, il Cristo Rivelato di Domenico Sepe

PUBBLICITA

Il suo passatempo preferito, fin da piccolo, è stato trastullarsi nelle pozzanghere di fango, mentre il nonno era occupato nei lavori di campagna; é un bambino di appena sei anni, che, mosso da innato talento, estrae dalle pozzanghere, come materia della sua arte, il fango che modella a suo piacimento.

Una così spiccata capacità trova conferma, dopo solo qualche anno, quando, appena dodicenne si reca in Grecia con i genitori: mai esperienza fu più illuminante e rivelatoria!

In Grecia resta folgorato dall’Arte Classica e dalla conoscenza dei Miti. Comincia a disegnare le immagini che gli affollana la mente; progetta un busto di Zeus in argilla, opera che convince talmente tanto i genitori, da indurli a far trasformare la stessa in bronzo.

E’ da quel momento che appare chiara la strada di Domenico Sepe, quella di dedicarsi all’arte ed in particolare alla scultura .

Il Cristo Rivelato di Domenico Sepe

“Dopo aver toccato il fondo, vi è sempre una rinascita”, sono queste le parole dello scultore che accompagnano l’opera che le rappresenta: il “Cristo Rivelato”, concesso gentilmente dai proprietari, la Famiglia Ciccone di Brusciano, al progetto espositivo di Leonilde Romano e dell’Art Director Pietro Mingione, i quali, grazie a tale iniziativa, hanno fatto sì che tale importante opera, giungesse presso la Cappella Pappacoda.

Il “Cristo Rivelato” è in bronzo e per tutta la sua lunghezza poggiato sulla pietra. Rappresenta l’attimo della resurrezione, il momento in cui l’anima cerca la luce nell’atto di sollevare il velo; una scena nuova, diversa dall’iconografia classica, che segue, da parte dell’artista, coerentemente il “Battesimo”, la “Crocifissione”, la “Deposizione”.

E’ l’emozione la chiave interpretativa di tali opere, tanto è grande l’immediatezza comunicativa. Così come per le sculture classiche (tra le tante, per esser chiari, anche i Bronzi di Riace) il metodo utilizzato da Domenico Sepe è la “fusione a cera persa”, procedimento che dopo la realizzazione rende il bronzo, vuoto, tramite fusione col calore del primo stampo in cera.

Ma, nelle sculture di Domenico Sepe, é quel vuoto a pervadersi di assoluto; sì proprio quel “vuoto” resta, sempre, come posto dell’ anima

E’ dal 24 marzo 2023 che la Cappella Pappacoda (centro storico di Napoli) accoglie il “Cristo Rivelato”;posta nel circuito di S. Giovanni Maggiore, la cappella è stata riaperta al pubblico dopo anni di abbandono e di degrado, per esser utilizzata in particolari occasioni.

Fatta edificare nel 1415 da Arturo Pappacoda, consigliere di Ladislao d’Angiò, ad oggi conserva ancora la sua facciata gotica, in tufo giallo e piperno grigio, mentre internamente, ha subito, nel corso dei secoli, ristrutturazioni e notevoli cambiamenti, che hanno fatto sì che molte opere importanti andassero perdute. Testimonianza di un antico passato si oppone con tutti i suoi secoli al rinascimentale Palazzo Giusso, una delle diverse sedi dell’Università di Napoli Federico II.

cappella pappacoda
Napoli – Cappella Pappacoda

LASCIA UN COMMENTO

Per favore inserisci il tuo commento!
Per favore inserisci il tuo nome qui

PUBBLICITA
PUBBLICITA

Leggi anche

Il ritorno di Poirot registra immediatamente grandi incassi. Recensione di Assassinio a Venezia

Dopo la seconda guerra mondiale l’ormai disilluso Poirot (Kenneth Branagh) non accetta più casi e si ritira in quel di Venezia. Accade poi però...

Muore dopo un intervento al seno. Aperta un’inchiesta dalla Procura di Napoli

Alessia Neboso aveva solo 21 anni. Si era sottoposta ad un intervento di mastoplastica al seno presso una clinica privata di Napoli. Per circostanze...

Uccise e fece a pezzi Carol Maltesi. Ammesso alla giustizia riparativa

Per la prima volta in Italia è stato concesso ad un condannato di essere ammesso ad un procedimento di giustizia riparativa. La corte d'Assise...

‘Napule s’è scetata!’, ospedali sotto le bombe, il ricordo delle Quattro Giornate

L’insurrezione contro i tedeschi, le Quattro Giornale di Napoli (dal 27 al 30 settembre 1943), raccontate attraverso un luogo di cura e di sofferenza:...

IN PRIMO PIANO

PUBBLICITA