Battere il Covid per fare 13

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Al momento ci sono 44 assenti giustificati tra Camera e Senato, che non potrebbero partecipare alle elezioni per il Quirinale e ormai della questione covid si stanno interessando da giorni i parlamentari questori sotto la guida del presidente della Camera Roberto Fico.

Per il momento con l’attuale quadro normativo non si può votare fuori dal Parlamento e quindi la proposta avanzata dal centro destra di fare votare i contagiati tramite le prefetture non è stata accettata.

Inoltre l’autodichia consente di varare norme che valgono solo all’interno del Parlamento e quindi le leggi che regolano il super green pass e la quarantena non consentono ai parlamentari non vaccinati, che vivono nelle isole, di prendere traghetti o aerei per venire a Roma a votare a partire da lunedì 24 gennaio.

Abate, Acunzo, Zuliani, Zucconi inizia l’appello

La chiama comincerà alle ore 15 a partire dai senatori a vita e poi entreranno i senatori in ordine alfabetico, da Abate Rosa Silvana del gruppo Misto a Zuliani Cristiano della Lega di Salvini. Poi sarà la volta dei deputati Acunzo Nicola, ex M5S e componente cd del gruppo Misto a Zucconi Riccardo di fratelli d’Italia. Infine entreranno i 58 delegati regionali, sempre a scaglioni di 50 alla volta, perché nell’Aula, compresi assistenti e personali non si potrà superare il limite fissato a duecento persone.

Il Covid manda il catafalco in pensione

È stato accantonato il tradizionale catafalco in legno con tenda di velluto pesante e sono state introdotte quattro cabine anti covid, di cui una adatta ad elettori disabili, allestite tutte in modo tale da garantire l’aerazione e la segretezza del voto nello stesso tempo.

Deve essere ancora stabilita come sarà fatta la nuova “insalatiera”, ossia l’urna in cui i grandi elettori depositano la scheda del voto e ci sarà un solo scrutinio al giorno, anche se successivamente potrebbero prevederne due, ma sempre con l’obbligo di una sanificazione tra l’uno e l’altro.

Tutti insieme, appassionatamente?

Solo al momento del giuramento del nuovo presidente della Repubblica i 1008 elettori, che diventeranno 1009 domenica 16 con l’elezione suppletiva del collegio di Roma centro per sostituire Roberto Gualtieri, potranno stazionare tutti insieme nell’emiciclo di Montecitorio.

Ma per evitare contagi tutti i grandi elettori saranno sottoposti a tampone antigenico di ultima generazione nella prima mattina, ciascuno nella propria Camera di appartenenza e avranno l’obbligo di indossare la mascherina Ffp2, ma con il green pass semplice per fare partecipare anche i non vaccinati.

Gli onori al neo presidente

È previsto solo l’intervento del nuovo presidente della Repubblica, con un tempo massimo di 50 minuti, ma ci saranno ancora i ventuno colpi a salve di cannone del Gianicolo e l’accoglienza dei Carabinieri in alta uniforme con 21 bandiere e drappi rossi, che saranno allestiti come ornamento dell’aula per il saluto.

Il neo presidente riceverà come sempre gli onori dei Corazzieri e in piazza Montecitorio ascolterà l’inno di Mameli, passando in rassegna il reparto d’onore, schierato con bandiera e banda. Successivamente salirà sulla consueta Lancia Flaminia 355 decappottabile con il presidente del Consiglio e il segretario generale del Quirinale per andare a rendere onore all’Altare della Patria e poi al Quirinale, scortato dai Corazzieri a cavallo e da un nucleo di motociclisti per ricevere gli onori militari.

Infine salirà allo studio alla vetrata per il colloquio con il presidente uscente, che gli consegnerà il collare di Gran Croce decorato di Gran Cordone, praticamente la massima onorificenza italiana.

La cerimonia si concluderà nel Salone dei Corazzieri con l’intervento alla presenza di tutti i vertici istituzionali e dei leader delle forze politiche, ma la data di questo giorno del giuramento del nuovo capo dello Stato, alla luce della confusione che ancora regna sovrana tra i partiti e i grandi elettori, è difficile da prevedere.

Quorum c/ Covid, la grande sfida

Al momento, con le discussioni sulla personalità da candidare, preoccupano i contagi del covid perché al momento ci sono 34 deputati positivi, 17 del movimento 5 stelle, 9 della Lega, 3 del PD, 2 del gruppo Misto, 2 di forza Italia e 1 di Italia viva.

Al Senato sono dieci i positivi, ma i numeri sembrano destinati a crescere nei giorni delle votazioni. E per questo si cerca di limitare il più possibile i contatti per non mettere a rischio la presenza nei giorni degli scrutini, anche perché sembra che non ci saranno deroghe per i positivi, che probabilmente non potranno votare neanche da remoto, come qualcuno aveva chiesto.

Quindi tutte le forze politiche dovranno fare i conti anche con questa variabile del covid, che non colpisce in modo proporzionale tutte le forze politiche e che quindi potrebbe essere determinante nell’esito finale, soprattutto se non si riuscisse a trovare un candidato unificante e si fosse costretti dalla quarta votazione in poi, con il quorum ridotto alla maggioranza dei grandi elettori, alla ricerca del totale dei 505, che garantirebbe l’elezione. Insomma il covid più di tutti è il candidato da battere per fare tredici.

 

 

 

 

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