La traccia ambientalista di Andrea Purgatori

Andrea Purgatori, scomparso a settant’anni per una malattia fulminea, è stato un grande giornalista, ma anche tanto altro, narratore, sceneggiatore di film e fiction, autore televisivo, docente, attore e attivista di Greenpeace.

Si era imposto alla cronaca, ai tempi in cui era al “Corriere della Sera”, soprattutto per la sua investigazione sulla strage di Ustica del 1980, svelando i retroscena, le bugie e le omissioni delle ricostruzioni ufficiali.

In quegli anni si era anche occupato di terrorismo, intelligence, criminalità, con un’attenzione verso la ricerca delle fonti e delle verità nascoste, caratteristiche riversate anche nei lavori successivi quando Andrea Purgatori si è occupato di cinema, ambientalismo e televisione.

La trasmissione “Atlantide”, su La7, è stato il naturale proseguimento della traccia giornalistica che aveva avuto già all’inizio della sua carriera e le sue ricerche storiche, sia sui fatti italiani, dall’omicidio di Aldo Moro a Tangentopoli, che su quelli esteri, dal racconto di Hitler alla guerra del Golfo, sono esemplari per la ricchezza di fonti ed informazioni.

Ma non tutti i lettori forse sanno che, Andrea Purgatori era entrato anche in Greenpeace Italia nel 2005, proprio nel suo periodo più complicato per i diversi cambiamenti di questa importante organizzazione ambientalista.

Purgatori ha dato anche in Greenpeace il suo importante contributo valoriale, per il modo franco e leale di affrontare i problemi, per i suoi interventi stimolanti nell’organizzazione. ambientalista mondiale.

Il suo contributo era molto apprezzato dagli iscritti e nel 2014 accettò di diventare presidente di Greenpeace e, anche grazie al suo impulso, l’organizzazione ambientalista è stata capace di produrre importanti innovazioni, aumentando la qualità del proprio lavoro, soprattutto per quanto riguarda l’indagine e la comunicazione, la famosa traccia che ha sempre caratterizzato il modo di operare di Purgatori.

Nel 2016 Andrea Purgatori ha partecipato al Festival del giornalismo di Perugia, in un evento dal titolo molto evocativo, “il giornalismo d’inchiesta salverà il mondo e il giornalismo?“ e ha proceduto alla creazione dell’Unità investigativa di Greenpeace Italia, sul modello del progetto “Unearthed” di Greenpeace UK.

Andrea Purgatori era impegnato e coinvolto in tanti progetti e per questo tutta la comunità di Greenpeace è sconvolta e affranta per la sua scomparsa, e l’attuale presidente di Greenpeace Italia, Ivan Novelli, ha dichiarato testualmente : “Andrea Purgatori è stato non solo un presidente di grande autorevolezza, ma anche una persona con la quale confrontarsi nei momenti più delicati della nostra attività. I suoi due mandati tra il 2014 e il 2020 hanno coinciso con una fase di sviluppo importante per Greenpeace Italia. Nel ricordarlo con grande affetto e dolore, ci stringiamo intorno alla famiglia in questo momento drammatico“.

“Andrea Purgatori, un punto di riferimento certo, un combattente per la verità”

Parole ribadite da Giuseppe Onufrio, direttore esecutivo di Greenpeace Italia: “La prematura scomparsa di Andrea Purgatori priva tutti noi di un punto di riferimento certo, di un combattente per la verità e di un amico fraterno. Non sarà dimenticato“.

In effetti Purgatori non si può dimenticare anche per i suoi reportage, condotti sui fronti più caldi, il Libano del 1982, il conflitto Iran Iraq, la guerra del Golfo, l’Intifada, le rivolte in Tunisia e Algeria.

Sulla questione di Ustica ha scritto la sceneggiatura del film “Il muro di gomma” con la regia del suo amico Marco Risi, con il quale ha creato pure “Fortaapasc”. In questo film, girato in parte a Castellammare di Stabia, Purgatori ha narrato la vicenda della morte del giornalista Giancarlo Siani per mano della camorra di Torre Annunziata e anche l’assassinio del giudice Livatino, nel film “Il giudice ragazzino” e la crisi economica dei primi anni duemila nel film “L’industriale”.

Questo suo impegno cinematografico è stato premiato con un Nastro d’argento e un Globo d’oro e Purgatori ha sempre detto di aver voluto onorare la tradizione della sua famiglia, molto impegnata nell’arte del cinema, a cominciare dal padre, che distribuiva film italiani all’estero.

Purgatori ha avuto tre figli, Edoardo, Ludovico e Victoria, che giustamente tengono a ricordare anche i suoi numerosi riconoscimenti giornalistici, come il premio Hemingway e il Flaiano.

Purgatori è stato membro dell’Accademia del cinema italiano e dell’Accademia europea del cinema, presidente delle Giornate degli Autori a Venezia e dal 2015 è diventato componente del Consiglio di gestione della Siae.

Inoltre ha fatto l’attore per Corrado Guzzanti, Antonio Albanese e Carlo Verdone, è stato autore televisivo, scrittore con il romanzo “Quattro piccole ostiche” e alcuni saggi di geopolitica. Andrea Purgatori avrebbe voluto istituire una cattedra per il giornalismo d’inchiesta, la sua più grande passione, e l’avvocato Giorgio Assumma ha proposto che, questa disciplina nel corso di laurea sia intitolata alla sua memoria.


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