Massimo Rastelli, intervista telefonica

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Massimo Rastelli, intervista telefonica

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Mister, è stato contattato dal Presidente del Cagliari Giulini per la sostituzione di Di Francesco ?

No, fino a questo momento nessun contatto

A Cagliari sta girando anche il suo nome per la guida tecnica della squadra

Spero mi chiami, per ora no, staranno facendo delle valutazioni. Se il mio nome gira vorrà dire qualcosa.

Ho lasciato il cuore a Cagliari, tornerei molto volentieri per fare questa impresa.

Mi sorprende molto che non abbia trovato nessuna panchina, ne per la Serie A ne per la Serie B

Di richieste ne ho avute tante, solo che non c’erano le condizioni, ho preferito aspettare qualcosa di più idoneo alle mie esigenze nella speranza che da qua alle prossime settimane qualcosa di buono esca.

Secondo lei la rosa del Cagliari è stata sopravalutata ?

Io credo che l’organico è importante, la squadra ha avuto delle difficoltà dovute ad infortuni e problemi di Covid che hanno frenato il percorsi di crescita che stava facendo la squadra in quel momento. Come sempre succede, le tante sconfitte hanno, secondo me, minato l’entusiasmo e la convinzione del gruppo. Assolutamente non è una rosa da retrocessione, avrebbe dovuto fare una salvezza tranquilla.

Una rosa da ambizioni europee, Mister Rastelli?

Il filo è sottile tra quelli che possono essere gli obbiettivi finali. Nel momento in cui c’è la crescita costante della squadra, i risultati arrivano e c’è tranquillità, non c’è più preoccupazione per quanto riguarda la salvezza che secondo me comunque rimane l’obbiettivo più importante. Poi qualsiasi risultato arrivi credo che la squadra non si porrà obbiettivi. E’ chiaro che nel momento in cui la squadra è in difficoltà cambiano gli scenari e gli obbiettivi. Nel plotone centrale della classifica dove ci sono moltissime squadre bastano quei 3-4 punti che ti possono portare nelle zone alte della classifica.

Adesso c’è il Torino a +5, lo Spezia a +9 come vede la situazione, il Cagliari si può scalvare oppure è già condannato?

No, assolutamente, ci sono ancora tutte le possibilità perché comunque mancano 15 partite, ci sono 45 punti in palio. Ieri era la partita dove era fondamentale vincere ma era anche importante non perdere perché avresti tenuto il Torino a portata di mano. Cinque o otto punti sono con 2-3 vittorie di differenza e basta un attimo a riuscire a centrare due partite consecutive dove fai sei punti e in un attimo ti ritrovi a ridosso delle squadre che ti stanno sopra. Mai mollare, credere sempre sino all’ultimo secondo dell’ultima partita perché poi quando non c’è la matematica c’è sempre speranza.

L’ha sorpresa il rinnovo del contratto di Di Francesco dopo la sconfitta di genoa al 30 giugno 2023?

Conoscendo il Presidente credo che lui abbia cercato naturalmente di smorzare tutte le voci di un eventuale cambio cercando di dare ulteriore forza al proprio allenatore. Lui lo vede lavorare tutti i giorni, ha la capacità di valutare il lavoro al di la dei risultati nella speranza che quel gesto potesse comunque mettere tutti nel pieno delle proprie responsabilità sperando in un’inversione di tendenza che purtroppo non c’è stata.

Domenica il Cagliari giocherà a Crotone, cosa crede potrà succeder, ci sarà un nuovo tecnico e si continuerà ancora con di Francesco ?

E’ una domanda che per me è impossibile rispondere, sono scelte che farà la Società, è indubbio che la partita di Crotone il Cagliari, in un modo o nell’altro dovrà fare i tre punti. Con una vittoria potrebbe rilanciarsi nella corsa alla salvezza, darebbe un pò di entusiasmo, un po’ di spinta, di salire la china.

Da ex allenatore del Cagliari, l’unico nella storia della Società ad avere vinto il campionato di Serie B, che messaggio vuole lanciare ai tifosi del Cagliari?

E’ normale che quello che è stato fatto sono risultati che rimangono con grande sacrificio da parte di tutti della Società, del DS Capozucca, dallo staff, dai calciatori. Sono stati due anni di grandissime soddisfazioni dove abbiamo cercato di onorare al meglio una squadra di grande tradizione come quella del Cagliari. Sappiamo quanti tifosi ci tengono, quanto soffrono. So che adesso sono delusi e preoccupati però devono sempre stare vicino alla squadra perché alla fine questo amore, questa passione i calciatori la sentono e li responsabilizzano ancora di più.

 

 

 

 

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