L’Italia di Roberto Mancini impara una nuova parola: sofferenza. Gli austriaci giocano una signora partita. Costruiscono poco, in definitiva solo tre palle gol. Ma pressano alti, mettono tutti in difficoltà. Ed è venuto fuori l’unico vero difetto dell’Italia, la mancanza di esperienza. Perché, a parte Jorginho e Bonucci (e forse un po’ Insigne) i nostri giocatori hanno poca esperienza in questo tipo di partite.
Il primo tempo è dominio azzurro. Gli azzurri giocano bene, anche se hanno solo due azioni da gol nitide. Al 16′ minuto grande parata di Bachmann su Barella. il centrocampista dell’Inter raccoglie il suggerimento di Spinazzola (migliore in campo assieme a Di Lorenzo) e colpisce di collo pieno, ma trova l’incredibile opposizione del portiere austriaco col piede.
La seconda azione arriva alla mezz’ora. Immobile recupera la palla a centrocampo e, dai venticinque metri, tenta la conclusione ma colpisce l’incrocio dei pali. Nel 55′ minuto, e per quindici minuti, l’Italia va in bambola. Punizione battuta da Alaba che sfiora la traversa. Poi spariamo al campo. Tanto che Arnautovic trova anche il gol, annullato per fuorigioco.
All’67’ entrano Pessina e Locatelli per Verratti e Barella, poi all’84 entrano Belotti e Chiesa. Cambi che saranno decisivi. Perché, ai supplementari, saranno proprio Pessina e Chiesa ad essere decisivi. Prima l’esterno della Juventus raccoglie il cross dell’instancabile Spinazzola, doppio controllo a disorientare l’avversario e sinistro sul secondo palo.
Al’ 105′ Insigne, anche lui spento, batte una splendida punizione che Bachmann mette in angolo. Sugli sviluppi del Corner, la palla arriva prima ad insigne, poi ad Acerbi che, da terra, riesce a servire Pessina che firma il suo secondo gol in questi europei.
Finita? No, perché Donnarumma, al 107′ si allunga e sventa una potentissima conclusione di Gregoritsch. Poi, sette minuti dopo, arriva il gol che ci fa soffrire. Su un Corner battuto da Schaub, Kalajdzic anticipa Locatelli e di testa beffa Donnarumma sul primo palo.
Gli ultimi minuti sono tremendi ma, alla fine, arriva la gioia. E, con essa, la trentunesima partita senza sconfitte, il recor di imbattibilità della porta italiana e, cosa più importante, la qualificazione ai quarti. Che deve essere goduta, senza pensare a chi incontreremo.