È morto Mario Corso, il sinistro di Dio, il cordoglio dell’Inter

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Lutto nel mondo del calcio: è morto Mario Corso. Ha militato praticamente solo nell’Inter con cui ha vinto 4 Scudetti, 2 Coppe dei Campioni e 2 Coppe Intercontinentali. Corso era un centrocampista offensivo piuttosto atipico, non aveva una posizione fissa in campo e non era tanto propenso alla fase difensiva. Il suo mancino era pura poesia, tanto che il tecnico della nazionale israeliana gli affibbiò il soprannome “il sinistro di Dio“. Erano celeberrime le sue punizioni “a foglia morta“; Marani (Sky) ha detto che Corso è stato per Angelo Moratti quello che Recoba è stato per Massimo Moratti. Il centrocampista infatti non aveva un ottimo rapporto con Helenio Herrera che ne chiedeva la cessione spesso e volentieri, cessione sempre bloccata dal presidente. Dopo Peirò, ci lascia un altro esponente della Grande Inter.

 

http://gty.im/953773594

 

Ecco il messaggio di cordoglio pubblicato stamattina sul sito dell’Inter.

Ha incantato generazioni di tifosi segnando un’epoca grazie al suo genio e alla sua classe, oggi Mario Corso ci lascia a 78 anni: alla sua famiglia e ai suoi cari l’abbraccio del Club e di tutti gli interisti

MILANO – Ci sono delle persone destinate a rimanere nella leggenda, campioni eterni e talenti unici di cui è impossibile non innamorarsi. Mario Corso è stato questo e lo sarà per sempre, perché nella storia del calcio nessuno è stato o sarà mai come lui. Il suo mancino, le punizioni a “foglia morta” hanno incantato il mondo intero: tutti hanno provato un tiro alla Mario Corso, lo hanno raccontato, sognato e tramandato alle generazioni future.

I calzettoni sempre arrotolati, in omaggio al suo idolo, Omar Sivori, il suo ingresso sul prato del “Meazza” era sempre preceduto da tre tocchi con il piede sinistro sul primo gradino dello spogliatoio, poi con quel mancino in campo cominciava a fare magie e disegnare calcio. Come il 12 maggio del 1965, quando a San Siro c’era da ribaltare la semifinale contro il Liverpool e la sua parabola diede il via ad una delle rimonte più belle della storia nerazzurra. Ma Mario Corso è soprattutto l’Inter, è entrato così profondamente nel cuore dei tifosi da essere allo stesso tempo “il sinistro di Dio” – come lo aveva ribattezzato il ct di Israele dopo il match contro l’Italia del 1961 – e Mariolino, un idolo e un amico.

Il 30 novembre del 1958 con il suo gol contro il Bologna a 17 anni, 3 mesi e 5 giorni diventa il marcatore più giovane della storia nerazzurra, prima di confermarsi protagonista della “Grande Inter”. Sincero, diretto e mai banale, come il suo calcio. Ala sinistra dal talento smisurato con l’Inter dal 1957 al 1973 ha giocato 502 partite segnando 94 gol con la sua numero 11. Capitano per tre stagioni, ha conquistato 4 Scudetti, 2 Coppe dei Campioni e 2 Coppe Intercontinentali, prima di intraprendere una lunghissima carriera nerazzurra come dirigente e come osservatore, sempre a contatto con chi grazie a lui ha scoperto un nuovo modo di fare calcio, quello alla Mario Corso, i tifosi nerazzurri e tutti gli appassionati di questo sport.

Ciao Mario, ci mancherà tutto di te.

 

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