“Crimes of the Future”, trama e recensione

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“Crimes of the Future” – In un futuro prossimo in cui l’umanità non è più capace di avvertire dolore la chirurgia sembra l’unica fonte di piacere. I corpi sono così modificabili a proprio piacimento e questo rappresenta l’arte di Saul Tenser (Viggo Mortensen) e della sua assistente Caprice (Léa Seydoux). Dal corpo di lui vengono asportati nuovi organi di natura tumorale dei quali verrà registrato il brevetto e l’operazione relativa diventa una performance artistica che genera piacere a chiunque vi partecipi. Dall’altra parte troviamo un altro gruppo capace di mangiare la plastica, il che lascia immaginare nuovi cambiamenti nell’umanità.

“Crimes of the Future”, recensione

A otto anni di distanza da “Maps to the Stars” David Cronenberg torna con un’opera che ha già impressionato all’ultimo Festival di Cannes in tutti i sensi, sia quelli che non se la sono sentita e hanno abbandonato la sala sia quelli hanno applaudito fino a spellarsi le mani. Sospeso tra fantascienza e orrore “Crimes of the Future” è un film imprevedibile, quasi d’altri tempi come gli effetti speciali che lo popolano, con dei messaggi precisi e incisivi. C’è tanto cinema precedente di Cronenberg a raccontarci un possibile futuro inquietante, dove non esistono né il piacere né il dolore.

Il regista canadese aveva avvertito in anticipo gli spettatori riguardo i contenuti disturbanti per la vista ma anche per le riflessioni che inducono. Quelle stesse immagini sostengono la tesi che la chirurgia sia il nuovo e unico sesso possibile. Cronenberg lavora per sottrazione sia per quanto riguarda il racconto che per una messa in scena essenziale, con gli attori lasciati apparentemente quasi liberi di mostrarsi alienati nella maniera che preferiscono. Allo stesso modo Viggo Mortensen ci sembra l’interprete perfetto per questo ruolo e per questo film, così come Kristen Stewart aderisce alla vision in maniera impeccabile. Gli tiene testa (Léa Seydoux), bella e inquietante come mai prima d’ora.

Nell’era dell’esibizionismo spinto all’ennesima potenza dai social non restano che gli organi interni da mostrare e reinventare, in uno scenario che sembra ormai difficilmente reversibile. Ed ecco che appare chiaro come sia questa la cosa che sembra più difficile da tollerare in questo film 100% Cronenberg, che a tratti sembra restare irrisolto, deviare verso digressioni in fin dei conti impalpabili. Resta ad ogni modo un lavoro denso e significativo, necessario, sensuale, che trova tra le altre cose anche il modo di riflettere sul nostro rapporto con l’ambiente.

“Crimes of the Future” è sbarcato nelle sale italiane a partire dal 24 agosto 2022.

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