Gli scavi archeologici di Castellammare di Stabia

Gli scavi archeologici oggigiorno visitabili a Castellammare di Stabia hanno riportato alla luce i resti dell’antica città conosciuta con il nome di Stabiae.

Questi scavi sono certamente di dimensioni inferiori rispetto a quelli di Pompei e di Ercolano, che godono difatti di maggiore notorietà.
La cittadina di Stabiae era in ogni caso molto importante per l’antica area Vesuviana. A testimoniarlo sono anche i numerosissimi oggetti prodotti in Grecia e in Etruria che sono stati ritrovati: doveva chiaramente essere un importante centro per gli scambi commerciali.

L’impianto urbanistico dell’antico centro è riconoscibile, vi sono tracce visibili delle strade e della divisione in quartieri. Vi era un’area agricola molto sviluppata, di cui rimangono le tracce di alcune ville rustiche.

Attualmente, solo una piccola parte dell’antica città è stata riportata alla luce: sono oggi visitabili la Villa San Marco e la Villa Arianna; è poi certa l’esistenza di altre ville, che però sono ancora parzialmente o completamente interrate. Tante altre sono ancora sono totalmente inesplorate: si stima siano presenti una cinquantina di costruzioni tra ville d’otium e ville rustiche nella zona che ricadeva sotto l’influenza di Stabiae e che comprendeva oltre alla cittadina stabiana anche i territori degli attuali comuni di Sant’Antonio Abate, Santa Maria la Carità, Gragnano, Casola di Napoli e Lettere.

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Villa San Marco

Questa Villa ha una superficie complessiva di ben 11mila mq. di cui solo 6mila sono stati riportati alla luce e si trova sulla collina di Varano, a cura 50mt dal mare.
Deve il suo nome ad una cappella che era situata nei suoi pressi nel 1700.
La Villa venne edificata in età augustea, poi ampliata con l’aggiunta di ambienti panoramici, il grande giardino e la piscina nell’età claudia.

La parte più spettacolare di questa Villa è senza dubbio il suo ampio giardino porticato ombreggiato da quattro file di platani e dove si trova la piscina centrale, lunga circa 30 metri. Sui tre lati del giardino vi è un portico colonnato, le cui pareti sono decorate da un alto zoccolo nero con al di sopra piccoli riquadri di ville marittime e scene di giardini segreti, molti dei quali sono stati staccati nel XVIII secolo dai Borbone.
Un’incredibile caratteristica di questa villa è che, dopo l’atrium, non ci sono stanze da letto private: era una sorta di parco di divertimenti, attrezzata con giardini, piscine e tantissime stanze splendidamente decorate per conversare e riposare.
L’ultimo settore della villa è costituito da un ampio peristilio: un grande giardino con vista sul mare, circondato da un portico decorato con alcuni tra gli affreschi più belli fra quelli conosciuti del tempo dei Romani. Le pareti oggi conservano poche tracce delle originali decorazioni, perché la maggior parte degli affreschi è stata spostata nei depositi dell’ Antiquarium Stabiano.

Villa Arianna

Villa Arianna è la più antica Villa che è stata rinvenuta. Venne ritrovata tra il 1757 e il 1762, dopo una serie di esplorazioni sotterranee che prevedevano solo il recupero degli oggetti e non il ripristino dei luoghi. Anche qui tutto ciò che fu trovato di prezioso fu portato al Museo Borbonico presso il Palazzo Reale di Portici.

Deve il suo nome alla grande pittura a soggetto mitologico rinvenuta sulla parete di fondo del triclinio, che rappresenta per l’appunto Arianna che viene abbandonata da Teseo.

L’edificio è in parte ancora interrato ma buona parte della Villa per circa 2500 mq, è stata poi riportata alla luce. La villa è collegata con la pianura sottostante attraverso una serie di rampe su sei livelli, ed è articolata in quattro nuclei principali che sono l’atrio e gli ambienti circostanti, gli ambienti di servizio e termali, gli ambienti ai lati del triclinio estivo e la grande palestra.

 

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