La commedia degli errori al Nuovo Teatro Sanità

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NAPOLI – La commedia degli errori al Nuovo Teatro Sanità, libero adattamento per due soli attori del testo di William Shakespeare di e con Daniele Marmi e Alessandro Marini.

Comunicato stampa

“Sabato 23 marzo ore 21, va in scena sul palcoscenico del Nuovo Teatro Sanità “La commedia degli errori”, tratto dall’opera di William Shakespeare, per la regia di Eugenio Allegri. È il primo lavoro in proprio di Daniele Marmi e Alessandro Marini interpreti della commedia del Bardo, nel loro adattamento per due soli attori, della quale, oltre al già noto potenziale comico, viene messa in luce la straordinaria attualità. La storia racconta di due coppie di gemelli identici e omonimi, Antifolo e Dromio di Siracusa e Antifolo e Dromio di Efeso, separati dalla nascita, e che dopo anni si ritrovano, tra equivoci e scambi di identità generando un continuo gioco comico. Il lavoro teatrale prodotto da La Filostoccola – Compagnia Lombardi-Tiezzi si avvale delle elaborazioni musicali di Francesco Li Causi, dei costumi a cura di Michela Pagano da un’idea di Gaia Moltedo e delle luci di Roberta Faiolo. Lo spettacolo replica domenica 24 marzo, ore 18. Info e prenotazioni al 3396666426 oppure all’indirizzo e-mail info@nuovoteatrosanita.it. Costo del biglietto intero 12 euro, ridotto (under25 e over65) 10 euro.

“La commedia degli errori” racconta la storia di due coppie di gemelli che per una sfortunata vicissitudine sono stati separati dalla nascita, e da allora vivono in due città lontane e rivali: Efeso e Siracusa. Molti anni prima dello svolgimento della vicenda shakespeariana, la nave del ricco mercante Egeone subì un naufragio durante il quale andarono dispersi suo figlio Antifolo e il suo servo Dromio, entrambi fratelli, rispettivamente, di un identico gemello omonimo, scampato alla tempesta. Divenuti adulti, Antifolo e Dromio di Siracusa decidono di intraprendere un viaggio verso Efeso, alla ricerca dei loro gemelli. Quando i due giungono nella città dove vivono i fratelli omonimi ha inizio una giostra comica di fraintendimenti, d’incidenti basati su scambi d’identità e di situazioni equivoche, riconducibili al modello delle commedie di Plauto. Nello spettacolo il vero motore dell’azione è la ricerca dell’altro. Oggi, questa ricerca può essere letta come ricerca di se stessi. La perdita di identità, quindi, da semplice gioco comico, diventa il simbolo identificativo di un essere umano sempre più straniato da sé e dagli altri, che corre contro il tempo ed è posseduto dall’errore. È dall’approfondimento di questi motivi che Marmi-Marini hanno concepito l’idea di mettere in scena l’opera con due soli attori: per giocare con lo sfrenato meccanismo drammaturgico degli equivoci e perché, alle peripezie dei protagonisti de “La commedia degli errori”, si affianchi la storia di due amici che trovano nel teatro il punto di incontro più alto.

Nelle note di regia, Eugenio Allegri scrive: «I due protagonisti non denunciano il loro stato di attori – altri da sé – bensì di esseri umani in quanto tali, con le proprie necessità, ansie, debolezze, follie, ilarità, scontri, malesseri, inquietudini, collere; tutto ciò insomma che accade ai giovani che affrontano da soli, senza cercare una guida, la propria vita. Grazie alla visione di un destino gioioso, non disdegnano di misurarsi con la propria adolescenza, magari appena trascorsa, per ridisegnare continuamente il futuro che li aspetta. Da quell’adolescenza scaturisce, quasi inconsapevolmente, il gioco del teatro dove, nel bene e nel male, si sperimenta la realtà delle cose e talvolta si fanno degli errori.
“La commedia degli errori” può essere interpretata da due soli attori e questo non avviene attraverso il trito meccanismo del teatro nel teatro, stratagemma ormai tristemente consumato per denunciare presunte o reali impossibilità produttive o artistiche. La condizione dei due protagonisti è vera, reale ed esprime un bisogno, una necessità giovanile di rapportarsi all’altro, di scoprire l’altro e altro nell’altro».

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