Napoli, una Pompei mai sepolta. Non una città, un mondo


Napoli – “Gli enormi paraventi” (così Matilde Serao chiama i palazzoni di Corso Umberto) messi lì a celare e, forse un po’ a proteggere, i brulicanti quartieri della città antica, nascondono frequentemente meraviglie inaspettate.

Dalle parti di Via Guacci Nobile, dunque in posizione arretrata rispetto al “Rettifilo”, addossata ad una fabbrica post-barocca, vi è una sorprendente e particolare fontana, quella di Spinacorona.

La zona che va da San Marcellino a Porta Nuova una volta era il quartiere ebraico di Napoli: “La Giudecca di San Marcellino”, in cui, stando alle antiche fonti, nel X secolo è presente una sinagoga che, nel 1290, ad opera degli Angioini, viene sostituita dalla Chiesa di Santa Caterina in Spina Crucis (così chiamata per la preziosa reliquia della passione di Cristo, ivi conservata).

La storia racconta che i luoghi di culto ebraico dovevano esser, sicuramente, forniti di una “fonte  purificatrice”, Mikveh, la cui efficacia era garantita dallo sgorgare di “acqua viva” (secondo quanto riportato dalla “la Platea delle acque”, documento del 1498, relativo alla distribuzione idrica in città, si attesta l’esistenza della fontana), dunque, l’acqua del Sebeto risalente in superficie dal Pozzo di San Marcellino, garantiva lo sgorgare.

E allora accade di osservare, con meraviglia che, dai seni di una splendida sirena, in marmo, fuoriescano le potenti e purificatrici acque del più irruento dei fiumi napoletani, acque pronte a spegnere ogni focoso impeto del Vesuvio!Questa la preghiera dei napoletani!

A completamento della composizione una vasca decorata da due festoni, i fregi e lo stemma araldico di Carlo V, voluto dal Vicerè, Don Pedro de Toledo che si preoccupa, al suo tempo, di restaurarla, facendovi,poi,apporre l’incisione: “Dum Vesevi Syrena a incendia mulcet”, ossia: Sirena placa il fuoco del Vesuvio”.

Ma nell’osservare Partenope, la sirena per metà donna e metà uccello, facilmente torna alla mente Lilith, donna demone, il cui mito risale,addirittura,all’antica religione mesopotamica che la identifica come “Colei che porta sciagure”.

Per gli ebrei, invece, Lilith è la prima moglie di Adamo, creata da Dio, al pari dell’uomo,ma,forse, troppo irrequieta per assecondare la volontà dell’uomo,dunque del Dio, per cui immediatamente ripudiata e allontanata,esiliata in eterno nel regno delle ombre.

Per un così importante atto di ribellione, verrà, poi, associata a quel demone notturno dalle sembianze di civetta che infastidisce i bambini maschi mentre dormono.

“Napoli, la più misteriosa città d’Europa, l’unica città del mondo antico che non sia perita come Ilio, come Ninive o Babilonia, non è affondata nel naufragio della civiltà antica; è una Pompei mai sepolta. Non è una città, è un mondo” (C.Malaparte, La Pelle)

 

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