Una festa esagerata: arriva Salemme al Diana

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Nel giorno degli innamorati, il Teatro Diana vi aspetta per la prima della nuova commedia scritta, diretta e interpretata da Vincenzo Salemme: Una festa esagerata.

Salemme per questa nuova avventura, in scena fino al 19 marzo, si circonda di un cast d’eccezione, nomi già noti nel panorama artistico italiano: Nicola Acunzo, Vincenzo Borrino, Antonella Cioli, Sergio D’Auria, Teresa Del Vecchio, Antonio Guerriero, Giovanni Ribò e Maria Flavia Stellato.

“Volevo parlare delle cosiddette persone normali, di coloro che vivono nascondendosi dietro lo scudo delle convenzioni, coloro che vivono le relazioni sociali usando il codice dell’ipocrisia come unica strada per la sopravvivenza. Sopravvivenza alle “chiacchiere”, alle “voci”, ai sussurri pettegoli e sospettosi dei vicini. E sì, perché io vedo la nostra enorme piccola borghesia come un grande condominio, fatto di vicini che si prestano lo zucchero, il termometro e si scambiano i saluti ma che, al contempo, sono pronti a tradirsi, abbandonarsi e, in qualche caso estremo, anche a condannarsi a vicenda”.

In questa commedia, senza far dell’erba tutta un fascio, si racconta in chiave satirica ma realistica, il lato grottesco e oscuro dell’animo umano, proveniente dal popolo, “la piccola borghesia” dalla quale proviene il regista.
Ovviamente non è la prima volta che viene trattato un argomento del genere, ma in questo momento molto delicato della storia dell’umanità, fatto di conflitti internazionali, guerre di religione e odi razziali, l’idea dalla quale parte Salemme sembra essere “molto più efficace”. Ormai si riesce a trovare giustificazione a tutto, ad ogni barbaro atto o comportamento.

In un certo qual modo, questo testo mette a nudo le sue paure e quelle della maggior parte delle persone “normali” la cui vita è nelle mani sbagliate.

“Ognuno trova sempre una buona ragione per odiare l’altro. Ma quel che temo ancora di più é l’odio che si nasconde dietro il velo sorridente della nostra educazione. Temo il buio del nostro animo spaventato. Temo la viltà dettata dalla paura. Temo il sonno della ragione”.

La speranza è che attraverso questa commedia si riesca a sorridere e ad avere sproni per il dialogo, tra quelle persone che sanno ancora rispettare e amare.

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