Capri, Villa Jovis, dove Tiberio mostrò i lati più oscuri di sè

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Dal punto più alto della scogliera, oggi, il panorama ha assunto toni cupi e burrascosi; il vento spira forte e nel silenzio si ode l’eco terribile dell’incessante gracchiare di un corvo nero che attacca di continuo la statua di Giove, lassù in alto.

L’Imperatore è turbato, ha appena assistito a quello che è per lui il più funesto dei presagi, così, per dissipare ogni dubbio, chiama a sé il fidato Astrologo; in realtà, in cuor suo, sa benissimo che il tempo è finito: è ora di tornare!

Tiberio conosce Capri quando Augusto lo convoca per conferirgli il titolo di Princeps, suo successore, ma i due hanno caratteri diversi; il nuovo Principe è schivo, diffidente, forse insicuro, dunque, emotivamente distante dalla carica che gli è stata “inflitta”ed è, forse, proprio per questo, che si affida all’uomo sbagliato: il Prefetto del Pretorio Seano che diventa il suo più grande amico e confidente. Il Soldato è un uomo spietato, è ambizioso tanto da riuscire a tessere una tela di intrighi e cospirazioni che portano a continui processi per “Lesa Maestà” da cui infinite condanne e vere e proprie esecuzioni. I giorni e gli anni trascorsi così sono troppi; Tiberio è vecchio ormai ed è stanco, infinitamente stanco di vivere nella solitudine di quel continuo sospettare. Spesso si allontana da Roma e con il pretesto di arrivare in Campania per consacrare a tempio la Villa di Nola dove è morto Augusto, và a Capri.

Ed è proprio da Capri che decide di “Comandare il Mondo”. L’Isola diventa, così, una fortezza inespugnabile: dal punto più alto è possibile scorgere tutte le navi in transito, l’approdo è concesso solo a piccoli navigli, mentre ogni possibile ormeggio è presidiato. L’Imperatore vi edifica in tutto dodici Ville ubicate nei suoi angoli preferiti e adorna varie grotte con raffinati Ninfei per allietare il suo immergersi in tali azzurrissime acque. Sono questi gli anni in cui in giro per Capri si vedono Emissari Romani, Filosofi… oppure lo stesso Imperatore che, trasportato su una lettiga dai suoi schiavi, si muove da una residenza all’altra a suo piacimento. Tra le tante, sceglie Villa Jovis come residenza sua e della sua nuova corte; qui sono ospitati gli amici più fidati, i soldati, i filosofi, qualcuno che arriva da Roma per informare dei contrasti politici e, infine ma non ultimo per importanza, il fidato Astrologo personaggio di cui l’Imperatore non può fare a meno.

Villa Jovis è una residenza-fortezza arroccata sul punto più alto di Capri. Gli esperti architetti romani l’hanno fornita di cisterne enormi affinchè sia garantita la presenza di acqua corrente e sia assicurato il funzionamento del complesso termale privato. Sul lato nord, il più panoramico, si aprono gli appartamenti dell’Imperatore e dei suoi collaboratori; ad est la sala del trono, mentre ad ovest gli ambienti servili. Isolato completamente dal mare, Tiberio ha,comunque, il dovere di comunicare costantemente con Roma e di dover apprendere da essa le ultime notizie, lo fa grazie ad un sistema di fari che si fronteggiano da una costa all’altra e che comunicano tra loro di giorno con il fumo e di notte con specchi illuminati da lucerne.

In questi lunghi anni per Capri, Tiberio non è solo Imperatore, politico, soldato; ha assunto un ruolo più oscuro,  è il Caprone nella sua Grotta!

Le pareti delle sue stanze private sono affrescate da immagini pornografiche simili a quelle dei Lupanari di Pompei ed è qui che il “Caprone” ordina agli ospiti, soprattutto ragazzini, di accoppiarsi. La sua  depravazione lo porta oltre. Violenta donne e sodomizza fanciulli alcuni dei quali si tolgono la vita e, forse, più di tutto, resta lo sconcertante utilizzo dei neonati sottratti  alle proprie madri.

E’ all’alba di una di queste tante notti che Tiberio scorge il corvo; per lui il momento è arrivato, sente di dover tornare a Roma, ma, allo stesso tempo, teme il rifiuto del suo popolo. Va via da Capri, ma non sopravviv. Muore a Capomiseno.

Trascorso qualche giorno dalla morte dell’Imperatore l’Isola è travolta da un forte terremoto. Il faro crolla ed anche Villa Jovis subisce ingenti danni. Forse “Qualcuno” ha voluto cancellare dalla memoria di Capri il ricordo della “Grotta del Caprone”!

 

FONTI:

WALKINSIDEROME

Lepre, Petraccone, Voci dell’Antichità, Zanichelli editore 2010

Curato, Storia Politica Universale, L’età romana – De Agostini 1996

 

(In copertina “Orgia dei tempi di Tiberio a Capri” – Henry Siemiradzki (1881)

 

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