A Napoli quando una persona sembra augurare ad un’altra la morte si dice: “Mamma mia! Me staje tirann ‘e pier” (mi stai tirando i piedi). Ma perchè si dice così? Cosa c’entrano i piedi con la morte?
In realtà più che augurare la morte, questa espressione potrebbe essere quasi benevola perchè richiama un’azione che un tempo veniva compiuta per sollevare i condannati dalle sofferenze.
Quando a Napoli, a Piazza Mercato, c’erano la ghigliottina e la gogna, gli aristocratici venivano ghigliottinati e i rappresentati del popolo venivano impiccati.
L’impiccato vive attimi di grande sofferenza. Una volta che viene tolto lo sgabello da sotto i piedi e quindi resta appeso, l’impiccato non muore subito; trascorre attimi di grande sofferenza prima che intervenga la morte. Per mettere fine a tali sofferenze il boia spesso si appendeva ai piedi dell’impiccato.
Quindi la frase “Me staje tirann e pier” significa in effetti “Vuoi che muoia subito”. Un altro augurio simile usato dai napoletani è “Puozz sculà!” (letteralmente:”Possa tu colare” – significato: “Muori!” ) perchè un tempo i cadaveri venivano messi a colare nelle catacombe affinchè perdessero i loro liquidi vitali.
In realtà i napoletani non augurano la morte a nessuno. Entrambe le esclamazioni si usano infatti in contesti di gioco nei confronti di persone con le quali c’è una certa confidenza e delle quali certo non si desidera la morte.