“M’à purtat pe’ viche e vicarielle” – mi ha detto ieri un amico mentre mi raccontava di una sua disavventura.Un suo conoscente, anzichè affrontare un certo argomento e andare quindi dritto al nocciolo della questione, divagava, prendeva tempo, faceva delle premesse, zigzagava.
“Purtà per viche e vicarielle” (letteralmente “Condurre in vicoli e vicoletti, piuttosto che prendere la strada principale e/o quella più breve”) è l’espressione napoletana che allude al modo di fare di alcune persone.
Mancanza di coraggio?Astuzia?
Diplomazia?Qualsiasi sia il motivo, “portare per vichi e vicarielli” significa non affrontare in maniera diretta un determinato discorso, non arrivare subito al dunque.
Ma perchè si dice così?Perchè Napoli è un dedalo di vicoli dove non è poi tanto difficile perdersi.
Chi non intende arrivare al sodo, non prende la via più facile, ma spinge il suo interlocutore nel dedalo di vicoletti allo scopo di ingarbugliare la questione e magari farlo smarrire.
Chi si accorge del raggiro però commenta così: “Me staje purtanno pe’ viche e vicarielle” e, spazientito per il tempo perso, invita chi ha di fronte ad arrivare presto al dunque.
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