Nostra nonna ce lo ripeteva spesso.Noi, i suoi nipoti, eravamo in 15 ed avevamo, grosso modo, tutti la stessa età.
Eravamo bambini con caratteri diversi.Tra noi c’erano quelli timidi e tranquilli e quelli decisamente più irrequieti, quelli che sembravano non trovare pace.
Erano quelli che la nonna chiamava ‘O culo ‘e mal’assietto.
‘O culo ‘e mal’assietto, cosa significa?
Letteralmente ‘O culo ‘e mal’assietto significa “sedere che stenta ad appoggiarsi” ed indica l’atteggiamento di chi si siede in punta di sedia, pronto a scattare.L’espressione fa riferimento a chi nella vita è piuttosto frenetico, a chi non riesce a stare per troppo tempo fermo.
Di solito si usa per definire il comportamento di bambini particolarmente vivaci, quelli che tengono “l’arteteca”, “l’argiento vivo in cuorpo” e si spostano di continuo.Io non tenevo “l’arteteca”.
Ero una bambina tranquilla, talmente tranquilla che un giorno mia madre mi dimenticò a casa di una vicina, la quale chiuse la porta ed uscì.Nè lei, nè ma madre si accorsero della mia presenza in casa. Ero, insomma, una di quelle bambine alle quali veniva detto “Ma la lingua ce l’hai?”.
Oggi sono decisamente diversa.
Parlo tanto, forse anche per recuperare tutte le parole non dette da bambina.Inoltre, gli impegni quotidiani mi costringono ad essere “nu culo ‘e mal’assietto” proprio come mi chiamerebbe mia nonna se potesse vedermi oggi.