“Te piace ‘o vin ca nev” (letteralmente “Ti piace il vino con la neve”), un’espressione piuttosto antica che fa riferimento ad una storia che vede protagonista la città di Castellammare di Stabia e più in particolare il Monte Faito.Quando, infatti, non esistevano i frigoriferi – anzi quando non esisteva proprio la corrente elettrica – i napoletani per conservare i cibi e raffreddare le bevande utilizzavano il ghiaccio ricavato dalla neve.
Da dove proveniva “la neve”?Dalle cime più alte dei Monti Lattari ovvero dal Faito (Castellammare di Stabia e Vico Equense) e dal Monte Sant’Angelo a Tre Pizzi (Pimonte) dove venivano scavate delle fosse che fungevano da deposito, le cosiddette “neviere”.
La neve veniva poi trasportata a valle durante la notte ed arrivava non solo verso i paesi della penisola sorrentina, ma anche via mare verso Napoli.Un lavoro difficile e rischioso che richiedeva tecniche piuttosto laboriose affinchè la neve non si sciogliesse prima di arrivare a destinazione.
Dire dunque “Te piace ‘o vin ca nev” significa alludere ad un vero e proprio lusso.Chi vuole il vino con la neve aspira al meglio, non è disposto a fare alcuna rinuncia, tant’è che, a volte l’espressione viene usata anche in senso dispregiativo per definire una persona che non si ferma dinanzi a nessuno ostacolo pur di raggiungere il proprio obiettivo, non sempre lecito.
Alla neve è legata anche un’altra espressione con la quale vengo spesso apostrofata che è “tene ‘a neve dint’a sacca” (letteralmente “tiene la neve in tasca) che si usa per indicare una persona che ha sempre fretta.In molti momenti della mia giornata sono frettolosa e i miei interlocutori che avvertono il mio senso di irrequietezza mi chiedono: “Ma che tien? ‘A neve dint’a sacca?”
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