La farina, buona e cattiva compagna in cucina

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La farina bianca o nera?

Normalmente si pensa che i cibi integrali siano esclusivo appannaggio di persone che devono perdere peso e soprattutto che abbiano un “saporaccio”; andiamo oltre questi luoghi comuni e cerchiamo di capire qualcosa in più su una “scomoda” realtà.

La farina 00 che comunemente utilizziamo in cucina non fa benissimo, anzi per alcuni è addirittura nociva. Se ci pensiamo bene è solo negli ultimi cinquant’anni che si è cominciato a vedere, ad esempio, il pane bianco, che fino a quel momento era esclusivamente integrale. Questo avviene in seguito allo sviluppo industriale, che ha portato alla lavorazione e alla sempre più spinta raffinazione delle farine. La varietà bianca -diffusissima nei supermercati e comunemente usata negli impieghi casalinghi- si ottiene attraverso la macinazione industriale del chicco di grano, che comporta l’eliminazione del germe (ovvero il cuore nutritivo del chicco, che contiene aminoacidi, acidi grassi, sali minerali, vitamine del gruppo B e vitamine E) e della crusca (la parte più esterna, particolarmente ricca di fibre). Tutto questo porta a un impoverimento della materia prima: da questa macinazione si ottiene infatti una farina raffinata, che si mantiene a lungo, ma risulta terribilmente depauperata e ricchissima di zuccheri, con conseguente picco glicemico. Introdurre alimenti integrali nella dieta comune è un bene soprattutto se pensiamo ai tanti effetti benevoli e ai vantaggi che i cibi integrali e poco processati ci rilasciano.

Come primissima cosa il consumo di cibi integrali vanno in gran parte ricondotti all’aumentato apporto di fibra che aiuta il nostro intestino a regolarsi in modo perfetto e autonomo in quanto:

  • aumenta il senso di sazietà e facilita il transito intestinale
  • riduce l’assorbimento di grassi e colesterolo
  • riduce l’assorbimento di sostanze cancerogene
  • riduce il rischio di sviluppare alcuni tipi di cancro

Inoltre i cibi integrali hanno un indice glicemico ed un contenuto calorico inferiore e sono pertanto indicati nelle diete dimagranti (a condizione che l’integrale non diventi un pretesto per mangiare di più poiché le differenze caloriche tra i due alimenti sono, tutto sommato, modeste). Essi, tuttavia, sono meno conservabili ed in generale risultano meno appetibili dei raffinati; un consumo eccessivo di fibra apporta un eccesso di fitati, sostanze che ostacolano l’assorbimento di alcuni minerali tra cui il calcio e lo zinco. Occorre inoltre ricordare che la parte esterna del chicco, che viene normalmente asportata durante la raffinazione, è la più esposta alle sostanze chimiche utilizzate in agricoltura. Per questo motivo è bene accertarsi della provenienza dell’alimento integrale acquistato, onde evitare l’introduzione di sostanze dannose per il nostro organismo, che comunque risultano inferiori alle farine raffinate.

Parliamo di ricette

Per iniziare vi suggerisco di fare l’impasto per la pizza ma con farina di farro che non è raffinata e non ha necessità di particolari accortenze. Viene usata proprio come quella raffinata:

500g di farina di farro

acqua tiepida

lievito di birra

olio evo

sale q.b

zucchero un pizzico

Fare una fonta con la farina, mettere al centro olio sale e lievito sciolto in un po’ di acqua tiepida. Fare assorbire e aggiungere acqua fino a che non sia assorbita tutta la farina e si ottenga un panetto liscio. La farina di farro lievita più facilmente per cui fate riposare per una mezz’oretta e poi stendete su una teglia con olio o carta da forno e farcite come più vi piace. Io l’ho provata! Aspetto vostri riscontri

Cuocete in forno e buon appetito!!!

 

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