Vincenzo Trimarco: “Avevamo tanti progetti. L’emergenza sanitaria ci ha penalizzati”

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Quella con Vincenzo Trimarco, concorrente della nona edizione di MasterChef Italia, è  stata una piacevole chiacchierata. In compagnia di Vincenzo il tempo trascorre velocemente. Sarei rimasta tutto il giorno ad ascoltarlo. Garbato, intelligente, simpatico e pure napoletano, impossibile non restarne affascinata!

Vincenzo Trimarco: “La conquista del grembiule? Un momento quasi surreale!”.

“Quando ho fatto il provino per entrare a MasterChef non pensavo che sarei passato allo step successivo; quando mi hanno richiamato per andare a Milano, sono rimasto di stucco. Non ti dico quanta meraviglia quando ho realizzato che, tra i tantissimi partecipanti alle selezioni, alla fine sarei arrivato proprio io al programma. La conquista del grembiule? Un momento quasi surreale!”.

Vincenzo Trimarco

 

Galeotto fu un pesce di lago

Vincenzo Trimarco, oggi 66 anni, con il suo tortino di alici con riduzione di arancia, pane tostato, pomodorini confit, scamorza affumicata, arancia a crudo e pistacchi tostati, supera le selezioni ed entra di diritto nella cucina di MasterChef Italia 2020.

Puntata dopo puntata, Vincenzo riesce a superare tutte le difficoltà. Nella cucina del cooking show più popolare d’Italia, non basta essere bravi; occorre avere carattere e Vincenzo, adottando una certa notoria filosofia partenopea, senza mai avere un momento di sconforto o di rabbia, riesce a mettere ben in evidenza le sue abilità ai fornelli. La sua corsa verso la finale si arresta solo il 13 Febbraio 2020, alla nona puntata.

A mettere in difficoltà Vincenzo e a decretarne l’eliminazione è un piatto dello chef stellato Davide Caranchini a base di pesce di lago.

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Vincenzo Trimarco:”Sono sempre stato innamorato”

La corsa verso la vittoria si arresta per Vincenzo il 13 Febbraio, giusto in tempo per portare fuori a cena la sua compagna e festeggiare il giorno di San Valentino.

“Devi sapere Maria Pia che io sono sempre stato innamorato. Non ho mai avuto rapporti con le donne tanto per averli. Sono sempre stato serio nei sentimenti e di conseguenza sono stato sempre impegnato. A volte gli amici mi prendevano in giro o forse cercavano di mettermi in guardia, ma io ero sereno. Ho sempre seguito il mio cuore.”

“Mà, tu come la fai la pasta e fagioli? Con la cotica?”

Vincenzo, ma come è nata questa tua passione per la cucina? Non avrai avuto anche tu “la solita nonna” che instilla amore per i fornelli?

No, niente nonna. Certo guardavo spesso mia madre e mia nonna mentre cucinavano. Chiedevo loro come si prepara una parmigiana, ma diciamola tutta…ho imparato a cucinare per necessità. Quando avevo 18-19 anni anni fui assunto in banca. Lavoravo fuori regione. All’inizio mi arrangiavo con un piatto di spaghetti, un uovo fritto e spesso andavo a ristorante. Poi, mi resi conto che continuando di questo passo avrei sgonfiato il portafoglio e gonfiato la pancia, per cui iniziai a darmi da fare ai fornelli. Chiamavo mia madre: “Mà, tu come la fai la pasta e fagioli? Con la cotica? Mà, io la cotica io non ce la metterei, metterei piuttosto..che dici va bene?” e  così sperimentavo. Dopo 10 anni di sperimentazione ai fornelli, ho imparato a fare qualcosa di più di un piatto di spaghetti e di un uovo fritto.”

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Come è stata l’esperienza a MasterChef?

Masterchef è un’esperienza straordinaria, come è straordinario il rapporto che si viene a creare con gli altri concorrenti. E’ chiaro – come accade in tutti gli ambienti –  con qualcuno ho legato di più e con altri meno, ma ti dico che sono nati legami davvero importanti che sono andati ben oltre alla partecipazione del programma. Con alcuni ci siamo incontrati anche dopo. Purtroppo, noi concorrenti di questa edizione, siamo stati enormemente penalizzati dall’emergenza sanitaria. Avevamo tutti grandi progetti e avevamo la forza del “sacro fuoco della cucina” che ci spingeva in tantissime direzioni. I progetti che avevamo si sono bloccati ed il sacro fuoco della cucina, in parte, si è raffreddato. Del resto non abbiamo neanche una prospettiva futura, non sappiamo quanto durerà ancora l’emergenza; se e come evolverà l’epidemia. Quindi, anche progettare sembra essere, al momento, una cosa inutile. Io però continuo ad industriarmi ai fornelli; cucino per la mia compagna e per i miei amici. Domani, chissà?”

Con i concorrenti un rapporto straordinario, e con i giudici?

I giudici sono tre persone speciali. Con Antonino Cannavacciuolo, avendo le stesse origini, ho avuto un rapporto più cameratesco; lo sentivo più come un parente che come giudice, tant’è che a volte parlavamo in dialetto e lo Chef Bruno Barbieri chiedeva la traduzione per poter seguire la nostra conversazione. Barbieri è quello che mi ha messo più in soggezione, ma è stato anche quello che mi ha aiutato di più. Quando si accostava al banco da lavoro, oltre a farmi capire che stavo sbagliando come facevano gli altri due giudici, trovava anche il modo di farmi capire quale fosse l’errore. Non mi lasciava in balia del dubbio. Locatelli è british; non trovo altro aggettivo per descriverlo. E’ estremamente cortese. Quando sono stato eliminato mi ha regalato il suo fazzoletto rosso.

Vincenzo, starei ore a parlare con te, ma il tempo stringe. Non posso però salutarti se prima non ti strappo una promessa. Lasceresti una delle tue ricette ai nostri lettori?

Certo! Volentieri! Quanto prima ne invierò qualcuna in redazione.

Grazie Vincenzo! Auguro a te e agli altri concorrenti di poter recuperare presto quel “sacro fuoco della cucina” affinchè possiate sognare, progettare e concretizzare tutti le cose belle che avevate in mente ante lockdown.

 

 

(Fonte foto pagina Instagram Vincenzo Trimarco)

 

 

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