Benedetto Casillo in” Io, sono nato qui”

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Prosegue l’interessante cartellone della stagione teatrale del Nuovo Teatro San Carluccio di Napoli con Benedetto Casillo

Dal 19 e fino al 29 novembre 2015 sarà possibile assistere a “Io sono nato qui” scritto e interpretato da Benedetto Casillo.

Nel titolo già si ravvedono gli spunti di un passato teatrale che vide egli stesso debuttare proprio sulle tavole di questo teatro, con “ Napoli ha fatto tredici” (anno 1973) affiancato allora da Renato Rutigliano. Ed è a quest’ultimo che egli dedica questo spettacolo ritornando alle origini, a una collaborazione artistica di cui serba un caloroso ricordo.

Un tuffo nella classica comicità napoletana frutto di parodie, di battute esilaranti, di riflessioni sociali. Attinge al quotidiano, alla religiosità, ai temi sociali, tutto riproposto con la formula della sit- com, quadri che sembrano essere affrescati per la società attuale, ma erano di ieri. Anche se  ieri forse era solo l’anticipo di ciò che è oggi. Battute dissacranti, mai volgari, ma dal profondo impatto goliardico e sociale come nello sketch dove affronta il tema della disoccupazione in ’O curnicione.

Il pubblico si trova a sorridere senza possibilità di sottrarsi a gag esilaranti, frutto di una sana e geniale comicità contro cui nulla può lo scorrere del tempo, una comicità che è antesignana dei moderni comici che, da tal periodo, hanno solo da attingere per la professionalità di chi, come Benedetto Casillo -talento valido e sempre in linea con i tempi- argomenta su temi che mai perdono di efficacia e spessore. Per tutta la durata dello spettacolo egli guarda il pubblico, interagisce con loro senza mai permettere alle luci in sala di spegnersi.

 

Porta tra gli altri in scena, uno sketch che nacque dietro le quinte del San Carluccio,  durante lo spettacolo  “Napoli ha fatto tredici” e cioè la figura del 10 di Spade. Una surreale lotta di quest’ultimo e della difficile sopravvivenza in un mazzo di quaranta carte napoletane, dove non è facile interagire con uno snob come il dieci di denari e dove è altrettanto facile ripudiare le acerrime nemiche dall’ accento d’oltralpe: le carte francesi.

Viene dalla vecchia scuola, quella di Scarpetta e di De Filippo, maestri del grande teatro, come anch’ egli racconta. E come dimenticare lui in “Cosi parlò Bellavista” e “Il mistero di Bellavista” scritti e diretti da Luciano de Crescenzo, filone della commedia italiana che tanto successo ha riscosso fino a diventare un evergreen nella scena cinematografica italiana?

Concludendo, se volete gustare delle sane risate con la pulizia verbale di un tempo, attingendo a tematiche purtroppo sempre attuali e in linea con la buona e lungimirante comicità napoletana da cabaret, non negatevi questo spettacolo.

foto :Fiorella Passante

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