L’antica Farmacia degli Incurabili, dove l’arte incontra la scienza


Domenica 11 Ottobre l’aperitivo a Napoli si trasforma in un suggestivo tour serale, alla scoperta di uno dei luoghi più significativi della città: l’antica Farmacia degli Incurabili. Gli ospiti, immersi nell’atmosfera delle corti cinquecentesche, potranno inoltre visitare le storiche sale dell’omonimo ospedale,il Museo delle Arti Sanitarie, la Quadreria, il chiostro e l’Orto Medico.

Antica Farmacia degli Incurabili, ma cosa rende questo luogo così speciale?

La Farmacia degli Incurabili di Napoli rappresenta il connubio perfetto tra arte e scienza. Realizzata nel 1729 da Domenico Antonio Vaccaro è un piccolo gioiello in stile barocco-roccocò situato nel cuore della città. Unica nel suo genere e senza  eguali al mondo per valore artistico, storico e religioso, la farmacia fa parte del complesso ospedaliero degli Incurabili, noto nel XVI secolo come Santa Casa degli Incurabili.

La struttura  fu voluta dalla nobildonna catalana  Maria Longo per prestare cure soprattutto ai malati di peste e di sifilide. Divenuta monaca di clausura, la Longo fondò  un monastero noto come quello delle Pentite, e con esso l’ordine delle Trentatre.

Il bizzarro appellativo è dovuto alla presenza tra le prime 33 suore di prostitute,convertitesi alla vita monastica dopo essere guarite dalla malattia. Altra particolarità del complesso ospedaliero, ancora attivo dopo oltre 500 anni, è che ben 33 delle persone che vi hanno lavorato, tra illustri medici e scienziati,sono state poi santificate; è il caso ad esempio di San Giuseppe Moscati.

 

Circa un secolo dopo la sua fondazione, numerose donazioni resero possibili i lavori di ristrutturazione e ampliamento dell’ospedale nonché la costruzione della storica farmacia.

Le splendide sale sono state riaperte al pubblico solo nel 2012, dopo essere state restaurate in seguito ai gravi danni  riportati dopo il terremoto del 1980.L’imponente scalone in piperno che affaccia sull’ampio ed elegante cortile, è solo il preludio allo splendore degli ambienti. Le scale conducono alla Loggia, ricca di marmi, vasi e maschere infernali  che rappresentano la doppia natura  del farmaco: guarire e avvelenare. La farmacia è composta da sala di rappresentanza e laboratorio.

Gli interni, rifiniti a metà ‘700, riflettono una grande cura per i dettagli. Grandi maestri napoletani quali Fucito, Trinchese, Matarazzo, furono chiamati a realizzare gli eleganti arredi in radica di noce, i rivestimenti in marmo, le dorature e gli stucchi. Le squisite decorazioni  del pavimento maiolicato e del vasellame sono ad opera di Lorenzo Salandra e Donato Massa, a quest’ultimo  fu affidato anche l’abbellimento del chiostro di Santa Chiara.

I vasi, così come le ampolle in vetro, sono contenuti negli armadietti a sei piani che rivestono le pareti della sala di rappresentanza. Alcuni vasetti presentano ancora  etichette con descrizioni del prodotto contenuto, nonché all’interno residui del farmaco. Sul soffitto è stato da poco ricollocato dopo il restauro un  grande quadro di Pietro Bardellino, Macaone che cura un guerriero ferito.

I locali retrostanti, ricchi di mortai, forni e alambicchi, sono chiaramente quelli che un tempo fungevano da laboratorio. La farmacia infatti era nota soprattutto per la copiosa produzione di erbe medicinali. Un viaggio nel passato da non perdere, in un luogo di cura per il corpo ma anche per lo spirito.

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