Song NA Pace all’Arenile, intervista a Dario Sansone

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Grande affluenza al Song NA Pace il 3 giugno presso l’Arenile

Il concerto iniziato nel tardo pomeriggio è andato avanti sino alla mezzanotte attirando l’attenzione delle giovani generazioni e di persone più ageé.

Sotto la direzione artistica di Massimo Jovine, l’evento è stato presentato dall’attore Daniele Russo affiancato da una giovane attrice della Factory del Teatro Bellini di cui è co-direttore artistico.

Sono stati  40 gli artisti ad esibirsi in nome della pace: Azul, Simona Boo e Diego Imparato, Federica Cammarota e Sandro Pandolfi, Emiliana Cantone. Ancora Maurizio Capone Bungt Bangt, Massimo Di Cataldo, Gabriele Esposito, Rico Femiano, Assia Fiorillo. Gianfranco Gallo con Antonio Maiello e Michele Visconte, Gnut, Ivan Granatino, I Desideri. Jako Diablo, Jovine, LivioCori, Mavi, Mr Hyde, Ciccio Merolla, Moderup, Osanna, Peppoh, Plug, Popularia. Tommaso Primo, Raffaello, Greg Rega, Franco Ricciardi, Luca Rustici, Andrea Sannino. Dario Sansone, Sillaba, Valentina Stella e Gianpaolo Ferrigno, Tony Tammaro, Andrea Tartaglia, Yoseba.

In quest’occasione Franco Ricciardi e Andrea Sannino, hanno presentato il nuovo singolo “Te voglio troppo bene”, una canzone che parla di amore e di speranza.

Lo scopo di questa serata era sicuramente portare un po’ di gioia ma soprattutto solidarietà ai profughi. L”iniziativa è stata voluta del gruppo di imprese sociali e gestita secondo gli obiettivi dell’Agenda 2030 delle Nazioni Unite. Sul palco dell’evento, organizzato da Gesco, fra un’esibizione e l’altra, sono stati numerosi gli interventi mirati a “sollecitare una maggiore attenzione da parte dei governi al tema dei conflitti e delle guerre civili in corso nel mondo, di cui moltissimi in Africa (dalla Libia al Congo alla Somalia), in Asia (Afghanistan in testa) e in Sud America (Colombia e Venezuela in testa), oltre che all’ultima guerra alle porte dell’Europa tra Russa e Ucraina”.

Alcune domande a Dario Sansone, frontman dei Foja

 

Ciao Dario, già sai cosa suonerai al concerto?

Sì, ho pensato di suonare il pezzo che apre il nuovo disco “Miracoli e Rivoluzioni” prettamente per una questione tematica, lo trovo affine. “Nunn’è ancora fernuta” è una canzone di speranza ma anche di analisi del nostro momento umano.

Questo ci riconduce anche al titolo del disco che è uscito ad aprile scorso?

Il titolo del disco è pre-covid, l’album sarebbe dovuto uscire nel 2020, era in progetto da prima. “Miracoli e Rivoluzini” perché è un disco che ha due anime da un lato ci sono le canzoni d’amore che per noi sono “mircoli” e sono tutto ciò che ha a che fare con il soprannaturale, con qualcosa che non dipende da noi. Dall’altro lato ci sono le “rivoluzioni”, tutte le canzoni di riflessione sociale e umana.

Di questo evento cosa ne pensi, cosa significa per te parteciparci dato anche il momento storico?

Ho scelto di partecipare innanzitutto perché mi sono assicurato che non fosse unilaterale come progetto ma che seguisse le linee guida di questa propaganda che stiamo subendo, dove non ci si può fermare un attimo a ragionare. E’ un concerto dedicato alla PACE, parola fondamentale, che la pace non contempli la guerra nella sua essenza, fin quando si può portare questo messaggio a più persone possibili, senza creare ulteriori divisioni. Con i chi sono i buoni o  i cattivi, non si arriva da nessuna parte, dobbiamo impegnarci ad avere la lucidità di non fare squadra in una maniera troppo aggressiva. Ad esempio, non ho tollerato che gli atleti paralimpici russi non abbiano potuto partecipare, queste divisione nello sport, nella musica, nella cultura, nell’arte, sono proprio il contrario di quello che fa lo sport, la musica, l’arte.

Fondamentalmente loro cosa c’entrano, sono decisioni prese dall’alto e non dal popolo…

Esatto perché come sempre il popolo non decide e se potesse farlo, non deciderebbe per la guerra.

Ti faccio un’ultima domanda, (fuori programma), cosa ne pensi della vittoria dei musicisti ucraini all’Eurovision?

Non riesco ad avere una lucidità critica e artistica, anche perchè non ho seguito tutti i concorrenti, ma credo che supportare un popolo in difficoltà non debba passare per forza dalla consegna di premi dove magari si può avere la lucidità di continuare le cose in una certa maniera che non siano ancora veicolo di discussione, non so se artisticamente avrebbero vinto.

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