Svolta la prima di Testimone Oculare al Teatro Bolivar

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La prima nazionale per un testo mai rappresentato fino ad ora in Italia è andata in scena a Napoli:  ‘Testimone oculare’

Il testo di Joshua Sobol è andato in scena il 21 marzo per la regia di David Jentgens, con la traduzione e l’adattamento di David Jantgens ed Anna Marchitelli.

Con una scenografia essenziale, che riproduce la cella dove è stato rinchiuso Franz Jägerstätter, nella quale si svolge tutto lo spettacolo, cella costruita dal protagonista in apertura di sipario, simbolo del frutto delle sue scelte, una reclusione voluta quella della cella, uno spazio limitato come unico luogo di vera libertà ideologica del contesto bellico nella Germania nazista .

L’avvicendarsi dei personaggi, giunti da Franz per scongiurarlo di indossare la divisa, dimostra la loro stessa prigionia dovuta all’asservimento ad una ideologia che priva di ogni coscienza e di ogni umanità, mentre cercano di dimostrare al protagonista che, dei circa 500 obiettori di coscienza che lo avevano preceduto, non resta traccia, evidenziando l’inutilità del suo gesto che anch’esso sarebbe svanito nel tempo. Ma si sbagliavano. La fermezza ideologica del protagonista è frutto dell’aberrante testimonianza oculare riguardo il massacro di bambini handicappati ad opera del regime nazista, svoltosi nell’ospedale dove Franz  svolgeva il lavoro di  paramedico.

La carneficina era il risultato di un programma nazista di eutanasia chiamato col nome di Aktion T4 (Tiergartenstrasse 4 è l’indirizzo del quartiere Tiergartendi Berlino dove era situato il quartier generale dalla Gemeinnützige Stiftung für Heil- und Anstaltspflege, l’ente pubblico per la salute e l’assistenza sociale, ndr). Tale programma prevedeva la soppressione, sotto la responsabilità medica, di persone affette da malattie genetiche inguaribili, dove lo morti stimate furono dai 60mila ai 100mila disabili durante la durata del programma, ma esse proseguirono anche successivamente, portando il totale delle vittime a circa 200mila individui. La designazione Aktion T4 non è nei documenti del tempo, ma i nazisti usavano il nome in codice EU-AKtion o E-Aktion (E, EU significava eutanasia). La testimonianza di Franz viene confutata da tutti coloro che giungono alla sua cella, ormai totalmente assuefatti dalle linee del regime nazista, tranne la moglie che accetta la decisione di Franz, conscia delle pressioni e delle conseguenze di tale gesto, che si ripercuoteranno su di lei e la piccola figlia.

 

Di forte impatto, lo spettacolo accompagna lo spettatore attraverso le azioni ed i dialoghi del protagonista nel clima cupo e deviante di quei giorni, nel quale non ci sono argomentazioni filosofiche ma solo una ferma opposizione alla violenza perpetrata su vari campi dal regime, dal rubare altri paesi attraverso l’invasione dei territori di nazioni che non avevano alcun debito con la Germania, come la Cecoslovacchia o la Polonia, ai treni pieni di carico umano che non si sa da dove vengano e dove vadano, malgrado nessuno se lo chieda ma tutti lo sappiano in quanto i soldati ne parlano apertamente davanti ad una birra.

Denuncia di una popolo che ha preferito non ribellarsi all’ingiustizia nazista, perché fortemente volenteroso di riscatto dopo il termine del primo conflitto mondiale che aveva devastato famiglie e la nazione tedesca, dove la frase pronunciata dal protagonista:

Quando il Führer rompe le regole, il popolo deve rompere le regole che il Führer impone ‘

riassume l’ultimo grido di una coscienza ancora autonoma e pensante.

La compagnia è composta da attori giovani ma con esperienza di tutto rispetto, come il protagonista interpretato da Ettore Nigro attore, regista e ideatore del progetto Teatro sottoscuola, dalla forte presenza scenica dimostrata attraverso l’interiorizzazione del personaggio, mai aggressivo nell’esposizione delle sue ragioni, dalle quali spuntano domande mai sopite circa la sua vita prima di quella decisione, i suoi dubbi, il bisogno di pensare attraverso il movimento compulsivo del pulire. Tutti i protagonisti hanno realizzato una performance dove si evince tutto il lavoro sul personaggio, sulla ricerca dell’intima posizione rispetto al disegno della sceneggiatura, di ottimo livelllo.

Il regista David Jantgens al termine della rappresentazione ringrazia la compagnia e lo staff, chiedendo al pubblico di essere il tramite per far conoscere questa storia ad un pubblico sempre più vasto, ma tale richiesta  nasce già spontanea nel cuore di tutti coloro che amano la libertà ed il diritto alla propria libertà di coscienza.

Le repliche dello spettacolo si svolgeranno dal 23 al 27 marzo.

Per informazioni : www.teatrobolivar.it

Fonte foto: Ufficio Stampa

 

 

 

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