Ho appena finito di leggere “Le macchinazioni” di Baret Magarian (Ensemble Edizioni), romanzo visionario e realistico al tempo stesso, accattivante, ma anche disarmante.
“Le macchinazioni” (Ensemble) di Baret Magarian
Oscar Babel è un proiezionista stanco di restare rintanato in un cinema di quartiere dove viene utilizzata ancora la pellicola al posto del digitale. Oscar sarebbe un pittore ma, da anni, ha abbandonato tela e pennelli e posa come modello per nudi.
Oscar è legato a Daniel Bloch, uno scrittore incontrato per caso dieci anni prima. Daniel, da tempo, desidera scrivere un grande romanzo e così decide di scrivere una storia che ha protagonista proprio Oscar offrendo a quest’ultimo una vita letteraria piena di gloria. Il particolare inquietante è che ciò che Bloch scrive, poi si avvera. Così Oscar da squattrinato proiezionista di cinema di quartiere, attraverso una serie di “macchinazioni”, si ritrova improvvisamente ad essere una celebrità. E più Oscar acquista fama e gloria, più Bloch deperisce.
“Se io reiventassi la tua esistenza nella finzione, magari la cosa ti permetterebbe di uscire dalla tua vita vera e di guardarla da un’angolazione diversa. Il successo non dev’essere per forza sfuggente come pensi. Il successo è lavoro. E un racconto con te come protagonista ti potrebeb dare un po’ di risptto per te stesso, ti potrebbe aiutarti a mettere in azione, a dipingere ancora, a essere qualcuno come dici tu. E’ solo un’idea”
Intorno a Oscar Babel e Daniel Bloch ruotano tantissimi personaggi come Najette, pittrice di grande talento, Liliana che gestisce con cura ed amore un negozio di fiori, Ryan Rees, artefice della celebrità di Oscar. E ancora: il burbero signor Grindel, il tragicomico Alastair, Webster, il mercante d’arte Webster ridotto in miseria e tanti altri, tutti ben caratterizzati.
Recensione
Nel recensire questo corposo romanzo (ben 571 pagine) partiamo dalla definizione riportata in copertina. Sulla destra, sotto al titolo, campeggia la scritta, a mio avviso fuorviante, “Ricco, fantasioso e molto divertente”.
Il romanzo è sicuramente RICCO: ricco di pagine, ricco di personaggi, ricco di spunti di riflessione. Non particolarmente FANTASIOSO. Fin dalle prime pagine ricorda la trama de “Il ritratto di Dorian Gray” di Oscar Wilde. Tutt’altro che DIVERTENTE. “Le macchinazioni”, più che divertire, è un romanzo che suscita rabbia, inquietudine.
Magarian, attraverso un’accattivamente narrazione, punta i riflettori sulla qualità – dal punto di vista sociale – del mondo in cui viviamo. Il lettore è messo con le spalle al muro, non ha scampo. La sgradevole realtà in cui tutti viviamo è sotto i suoi occhi. Pagina dopo pagina il lettore prende coscienza di esser parte anch’egli del “Gioco del Domino”. Come tessere del Domino ci ritroviamo tutti ad esser vittime di un sistema oramai innescato e senza possibilità di ritorno.
“Siamo più vulnerabili ai falsi profeti nella nostra epoca? Credi di sì. Abbiamo dimenticato il valore del lavoro, il valore della conoscenza che si sviluppa come un seme premurosamente coltivato. La formazione di un vero pensatore, d’altra parte, richiede duro lavoro. Tuttavia, noi non siamo più disposti alla fatica necessaria. Vogliamo tutto e subito, a portata di click. E in fin dei conti non abbiamo nè il tempo, nè il desiderio di distinguere il vero dal falso”.
L’analisi di Magarian sui mali della società è spietata, ma offre anche una soluzione
“Le macchinazioni” certo non può arrestare la caduta delle tessere del domino, ma induce a riflettere e quindi a rallentare la caduta. Con un abile intreccio tra realtà e mondo onirico che ricorda vagamente la scrittura di Murakami, Magarian ci spiattella in faccia la realtà. L’uso dei mezzi di comunicazione, ormai ABUSO, ha prodotto un sistema effimero in cui siamo tutti, obtorto collo, inglobati.
L’analisi di Magarian sui mali della società è spietata, ma offre anche una soluzione. Anzichè indossare una maschera e “condividere senza vivere” momenti di vita apparente che ci allontanano dal dimenticare chi realmente siamo, Magarian ci incita a goderci la vita e a circondarci delle persone che amiamo, senza dare nulla per scontato e senza rimandare.