Lorenzo Marone: “Ho voluto parlare dell’amore ispirandomi a quello dei miei nonni”

Taglio del nastro della nuova edizione di Platealmente – dal libro alla scena, rassegna di Casa del Contemporaneo a cura di Pierluigi Fiorenza, affidato allo scrittore partenopeo Lorenzo Marone che, con Sono tornato per te edito da Einaudi, ha inaugurato ieri la rassegna presso il Teatro Karol di Castellammare di Stabia.

A dialogare con l’autore, oltre il direttore artistico Pierluigi Fiorenza, l’esperto di scrittura creativa Gianluca Calvino e la scrittrice Dora Esposito.

Sono tornato con te di Lorenzo Marone

Cono Trezza, contadino ed abile pugile, e Serenella Pinto, figlia di un artigiano antifascista, sono due ragazzi innamorati, cresciuti nella zona del Vallo di Diano, che attendono di vivere pienamente il loro amore.

Cono però é irruente e fa scelte che il regime fascista non consente, tanto che si ritrova a dover scappare e a consegnarsi all’arruolamento dopo un ultimo incontro travolgente con Serenella.

Cono viene deportato nel campo di sterminio tedesco dove la vita é fatta di selezioni, di stenti,  di fatica, di morte.  Cono però ha un grosso vantaggio: sa boxare. Nel lager combatte per sopravvivere, ma soprattutto per poter tornare dalla sua amata Serenella.

Lorenzo Marone: “Una storia d’amore ispirata a quella vissuta dai miei nonni”

Desideravo raccontare una storia d’amore, così come desideravo parlare della boxe che veniva praticata nei campi di concentramento tedeschi. Il Führer amava questo sport. Nei campi di concentramento i prigionieri venivano costretti a sfidarsi su ring improvvisati per il divertimento dei kapò e delle guardie che scommettevano tra loro. Sull’argomento avevo visto una decina di anni fa un documentario che mi aveva colpito molto. Ho cercato nuovamente quelle immagini, ma non le ho più trovate, così mi sono documentato leggendo le dichiarazioni di alcuni sopravvissuti. In quegli scritti ho trovato la disperazione, ma anche tanta poesia. Ho voluto raccontare un’epoca sulla quale é stato già detto tutto, attraverso un’altra prospettiva, attraverso lo sguardo di un innamorato; ho voluto parlare dell’amore inteso in senso più ampio, dell’amore che tiene in vita e ciò ispirandomi all’amore dei miei nonni.” – ha detto Marone ieri durante il primo appuntamento di Platealmente.

«In quella stanca e sventurata stagione che aveva già vendemmiato, nella quale le foglie a una a una cadevano dai tralci, Cono ripensò al bacio con Serenella quando erano accovacciati sotto le viti. Ma qualcosa dentro di lui gli impedì di lasciarsi spezzare, in testa gli si conficcò l’ordine di non dimenticare, di tenere bene a mente il pianto di Benedetta, gli occhi disperati di sua madre, le urla di suo padre, il volto sfatto di Serenella. Per tutti loro avrebbe resistito, e per lei un giorno sarebbe tornato».

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