Kenshin Samurai vagabondo – L’angolo del Nerd e dell’Otakua

Undicesimo anno del periodo Meiji giapponese (anno 1878 secondo il calendario Gregoriano). Bakumatsu Hitokiri Battosai è uno spietato assassino ma, quando il nuovo governo si insidia, scompare nel nulla senza lasciare traccia. Qualche tempo dopo ricompare sotto il nome di Kenshin.

Kenshin viaggia per tutto il Giappone con la sua arma, sakabato la quale possiede una caratteristica: la lama è invertita. Vale a dire che il lato tagliente della lama è rivolto verso chi la brandisce anziché verso il nemico. il suo obiettivo sta nel proteggere le persone che incontra dalle ingiustizie.

Nel suo viaggio, Kenshin si troverà coinvolto in combattimenti con dei samurai che non apprezzano il nuovo stile di vita pacifico. Infatti il nuovo governo ha proibito anche ai Samurai di portare armi e questi ultimi cercano di restaurare la vecchia società feudale e tornare ai vecchi fasti.

Pubblicazione

Scritto e disegnato da Nabuhiro Watsuki, il primo capitolo di Rurouni Kenshin (letteralmente Kenshin il vagabondo) fu stato pubblicato su Shōnen Jump nel 1994 ed è stato serializzato sulla rivista sino al 1999. I capitoli del manga furono raccolti e pubblicati in 28 volumi dalla Shūeisha, con il primo volume pubblicato il 9 settembre 1991.

In Italia il manga arrivò nel 2001 fino al 2003. Dalla serie sono state tratti film animati, live action anche a produzione americana oltre a diverse trasposizioni anime non molto defeli all’opera orignale. L’ultima è iniziata questo mese è sarà pubblicata sulla piattaforma streaming di Crunchyroll, stavolta molto più fedele al manga originale.

Tematiche: fra storia e finzione

La storia è ambientata in un momento estremamente critico per il Giappone. La penisola era infatti stretta nella morsa occidentale mirata a rompere una politica di chiusura  estremamente xenofoba, si trovava anche costretto a risolvere dissidi intestini forse ancor più gravi.

Le tensioni erano all’ordine del giorno. Molti vedevano nel nuovo governo una caduta del glorioso stile di vita giapponese (non è un caso che ancora oggi esista un partito che proclama la chiusura totale del Giappone), contro l’inevitabile spinta modernizzatrice derivante dall’incontro con l’Occidente.

Queste tensioni sono ben delineante nel manga. Certamente sono state in parte semplificate per snellire la vicenda, ma il Giappone di Kenshin è estremamente dettagliato e interessante, e le vicende che hanno portato all’era Meiji sono un argomento centrale di tutto il manga.

Inoltre, spesso, non si tratta di scontri fra “buoni” e “cattivi”. Infatti gli scontri fra la Shinsengumi (il corpo speciale, possiamo dire la polizia, dello shogun) e i rivoltosi spesso sono visti come lo scontro fra due ideologie diverse delineando un periodo molto tragico per il Giappone.

Infatti i Samurai erano la spina dorsale del Giappone. Adesso immaginate un gruppo di persone, addestrate solo ed esclusivamente nell’uso delle armi, da un giorno all’altro si è vista privata non solo dei privilegi, ma anche di un posto nella società. Passare da eroi (nel senso più ampio del termine) a reietti in poco tempo è terribile.

Conclusione

Nel complesso “Kenshin Samurai Vagabondo” è un’opera che unisce la semplicità di uno shonen ( una categoria di manga indirizzati principalmente a un pubblico maschile, a partire dall’età scolare fino alla maggiore età) con la complessità di una vicenda storica estremamente complessa ed articolata.

Infatti Kenshin è disegnato con un volto dai tratti molto delicati. Infatti una gag ricorrente è quella di essere scambiato, a causa del suo aspetto quasi effeminato, per una donna, almeno a prima vista. Il tutto però contrasta enormemente, ed efficacemente, con una cicatrice sulla guancia sinistra.

Buoni i disegni del manga, la storia scorre fluida anche se all’inizio è un po’ pesante da seguire. Le trasposizioni anime purtroppo soffrono di una certa distanza (più o meno grande) con il manga, anche se la qualità è abbastanza buona. Ovviamente è troppo presto per valutare l’ultimo anime .

Curiosità: una caratteristica peculiare di Kenshin sono i suoi occhi. Sono infatti di un viola molto intenso. Watsuki inserisce spesso questo caratteristica nelle sue opera. Non a caso anche il protagonista dell’altra sua opera, Kazuki Muto de “Il guerriero Alchemico”, possiede questa caratteristica.

Leggi anche: Persona -L’angolo del Nerd e dell’Otaku

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