In Monster, il giovane e brillante medico giapponese Kenzo Tenma, emigrato in Germania per motivi di studio, opera e salva un bambino gravemente ferito alla testa, Johan Liebert.Quest’ultimo e sua sorella Anna sono gli unici sopravvissuti al massacro della loro famiglia.
Tuttavia Kenzo, per salvare il bambino, si era rifiutato di operare il Sindaco di Dusseldorf.All’improvviso tutti i detrattori di Kenzo muoiono in circostanze misteriose e i due fratelli scompaiono.
Nove anni dopo il dottore scopre una verità sconvolgente: Johan aveva ucciso i suoi genitori ed era stata la sorella stessa a sparargli.Inoltre il ragazzo è responsabile di una serie di omicidi in tutta la Germania.
Sentendosi colpevole di aver salvato un vero e proprio mostro, Kenzo (aiutato dalla sorella di Johan, che nel frattempo ha cambiato nome) decide di cercare Johan ed ucciderlo.Il suo viaggio lo porterà a visitare l’intera Germania ancora divisa, imbattendosi in una misteriosa organizzazione, nota come 511 Kinderheim.
Monster di nome e di fatto
Il manga di Naoki Urasawa (pluripremiato autore di successi come “20th century Boys” o “Pluto”) mette, dal primo all’ultimo numero, un dilemma.
Kenzo Tenma ha fatto bene o male a rifiutarsi di salvare un uomo per aiutare un bambino responsabile di una lunga serie di omicidi?Come per tutte le opere di Urasawa, una risposta chiara e netta non esiste.
Il mondo non è mai solo bianco o nero, ma neanche grigio.Salvare una vita è senz’altro bene (bianco) ma aiutare un assassino è male (nero).
Ma l’autore, attraverso le parole di diversi personaggi, non da mai una risposta chiara, perché non esiste una risposta netta.Intendiamoci, l’autore non giustifica mai le azioni di Johan.
Il giovane rimane un mostro assassino, senza pietà e senza rimorsi.Disposto a passare sopra tutto e tutti pur di raggiungere i suoi scopi.
Scopi, in fondo, mai del tutto chiari.Quasi volesse uccidere e fare del male perché sì.
Temi e disegno
Nonostante la premessa, Monster da subito si presenta come un giallo dai toni altamente drammatici.
Volendo generalizzare, il manga presenta tutti i tratti thriller.Nell’opera sono presenti tutte le caratteristiche tipiche della narrazione di Urasawa, presenti in tutti i suoi manga.
Una trama complessa, molte sotto trame che coinvolgono tutti i personaggi (primari e non), sequenze frenetiche che si alternano a momenti di maggiore calma, una perfetta scansione del ritmo ed un attento approfondimento della psicologia dei personaggi, mai banali e mai sopra le righe.
Tutto è perfettamente plausibile.E tutto questo rende Monster, a tratti, estremamente inquietante.
Perché è una storia che, in fondo, potrebbe accadere in qualsiasi parte del mondo.Si potrebbe definire Monster una versione verosimile de “I ragazzi venuti dal Brasile”.
Le analisi che emergono dai disegni e dalle battute tendono soprattutto ad evidenziare il lato più debole e oscuro dei personaggi e, per esteso, dell’uomo.
Si possono dunque osservare i conflitti di Kenzo Tenma, la lucida follia di Johan e molto altro dal vasto repertorio delle bassezze umane.Dal punto di vista della realizzazione tecnica il disegno è realistico ed estremamente preciso ed accurato, con una grande attenzione alla espressioni facciali dei personaggi, le inquadrature di effetto e dal taglio cinematografico.
Tanto che la piattaforma Animeclick lo considera il miglior manga di tutti i tempi.Dal manga sono stati tratti una serie anime di settantaquattro episodi mai andata in onda in Italia e, al momento, presente in versione sottotitolata sulla piattaforma di streaming Netflix.
Inoltre l’autore ha scritto un romanzo spin-off intitolato “Another Monster” che racconta le vicende dal punto di vista di un giornalista.Inoltre prima la New Cinema acquisì i diritti per un film nel 2009 e la HBO propose una serie TV per la regia a Guillermo del Toro, subito interessato.
Entrambi i progetti furono però abbandonati, anche se il regista messicano non sì è ancora arreso ed è attualmente in cerca di finanziatori.