Unione Europea: giro di vite sulla plastica monouso

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La Direttiva dell’Unione Europea riguardante la plastica monouso, adottata nel 2019, che riguarda tutti gli Stati dell’Unione, è entrata in vigore il 3 Luglio, ed obbliga gli Stati Membri a rimuovere i prodotti monouso, come piatti, forchette, coltelli, bicchieri, cotton-fioc e cannucce, se fatti di plastica non riciclabile, dalla grande distribuzione, arrivando addirittura a vietarne la produzione.

Il packaging di cibi e bevande fatto di polistirene è altresì incluso nel divieto, nell’ottica di una nuova normativa che mira a ridurre l’utilizzo di prodotti monouso fatti di plastica laddove sia disponibile sul mercato un’alternativa plastic-free che non pesi eccessivamente sulle tasche dei consumatori.

La norma prevede altresì alcune limitazioni per l’utilizzo di materiali plastici non riciclabili adoperati per la produzione di altri prodotti, come ad esempio le buste della spesa, le bottiglie e gli incarti per gli alimenti destinati al consumo immediato, e per una serie di prodotti cosmetico-sanitari, come ad esempio le salviettine, all’interno dell’Unione Europea.

Dei portavoce dell’UE hanno immediatamente spiegato come questa mossa sia stata fatta nella speranza di limitare l’impatto dello smaltimento delle plastiche sull’ecologia mondiale. Stando agli ultimi dati, infatti, più dell’80% dei rifiuti presenti nei nostri oceani è composto da materiali plastici, un enorme problema che può essere affrontato solo sostituendo i prodotti preesistenti con prodotti riciclabili e riutilizzabili.

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“Oggi è il giorno! L’Europa saluta definitivamente: piatti di plastica monouso, posate, cannucce, palloncini e cotton fiocs, bicchieri, contenitori food&beverage fatti di polistirene espanso e tutti i prodotti fatti di plastica oxo-degradabile” così ha dichiarato il Commissario Europeo per l’Ambiente, gli Oceani e la Pesca Virginijus Sinkevicius su Twitter.

Alcuni Stati Membri dell’Unione Europea avevano già implementato alcune misure per ridurre l’impatto dei materiali non riciclabili: la Francia, ad esempio, nel corso del suo progetto sull’economia circolare e sulla lotta allo spreco, adottato nel Febbraio del 2020, aveva disposto il bando di prodotti come il packaging per frutta e verdura, le bustine di tè prodotte con materiali plastici, e prodotti per bambini come coriandoli e giocattoli di plastica non riciclabile.

Altre iniziative simili erano state adottate in Germania, Lussemburgo e Grecia. Diverso il caso di paesi come il Belgio o l’Italia dove si discute da tempo dell’introduzione di una serie di tasse per disincentivare l’utilizzo delle plastiche non riciclabili.

Va subito chiarito che il nuovo divieto non andrà ad intaccare l’utilizzo delle plastiche utilizzate per la maggior parte delle bevande in commercio: le bottiglie utilizzate in questi casi sono prodotte tramite PET, uno dei pochissimi materiali plastici che può facilmente essere riciclato. Tuttavia una parte della nuova Direttiva riguarda anche questo ambito. L’Unione Europea stima infatti che al momento solo il 65% delle bottiglie e dei materiali prodotti con PET venga riciclato sul territorio dell’Unione. Il nuovo piano prevede di introdurre nuove tecniche per accumulare i rifiuti tramite le quali arrivare a riciclare almeno il 90% di prodotti PET entro il 2029.

la nuova strategia Europea prevede anche l’introduzione di materiali alternativi, come le bioplastiche, fatte con scarti vegetali e con materie prime come il bambù, i ricavati del mais o la cellulosa e sistemi di smaltimento volti ad assorbire la pressione gigantesca dei nuovi prodotti igienico-sanitari che stanno intasando le discariche di tutto il mondo a causa della pandemia.

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