La demenza è il deterioramento cognitivo, declino, rispetto alle prestazioni precedenti, globale perché coinvolge tutte le abilità cognitive
I pazienti affetti da demenza dimenticano nomi di oggetti, appuntamenti rilevanti e fatti recenti della propria vita, presentando un quadro di amnesia anterograda; questi pazienti peggiorano progressivamente.
Coloro che si prendono cura del paziente sono chiamati cargivers e spesso non si accorgono subito dei problemi del paziente e dei suoi fallimenti. Per la diagnosi di demenza sono importanti: un quadro di perdita persistente di memoria e altre abilità cognitive; abbandono delle consuete attività quotidiane; conservazione di un normale livello di coscienza.
La malattia porta ad una perdita cognitiva globale e cronica. La demenza è progressiva (perché sostenuta da processi degenerativi del cervello che coinvolgono sempre più aree cerebrali) e irreversibile (perché non si può arrestare o migliorare). Nonostante ciò esistono delle eccezioni in cui molti pazienti presentano una demenza non progressiva, in cui l’area lesionata non comporta il danneggiamento di un’altra e quindi l’estensione della malattia, e reversibile, legata a carenze alimentari o fattori metabolici.
Per porre la diagnosi di demenza in fase precoce, bisogna verificare che almeno due funzioni cognitive, tra cui la memoria, siano deficitarie. Oltre all’inquadramento diagnostico è importante anche uno specialista neurologo che suddivide la demenza in casi trattabili (demenza dovuta a malattie del cervello curabili) e non trattabili (non possono essere curate ma non hanno nemmeno un andamento progressivo). Diverse patologie cerebrali determinano una demenza progressiva: può essere causata da un processo degenerativo primario, degenerazione delle cellule della corteccia per una propria alterazione e non secondaria ad un’altra causa. La forma più comune della demenza degenerativa primaria è:
la malattia di Alzheimer = presenta dei sintomi facilmente riconoscibili e si evolve in diverse fasi:
a- nella fase “iniziale” il paziente e i familiari iniziano a notare difficoltà nella memoria di tutti i giorni (disturbi della memoria autobiografica recente, anomie, perdita del filo del discorso, difficoltà di calcolo e disegno) ma i sintomi vengono minimizzati; in questa fase il paziente può essere cosciente dei suoi disturbi;
b- nella fase intermedia i disturbi cognitivi si accentuano; accrescono i disturbi della memoria recente, il disorientamento topografico, difficoltà linguistiche e anche i primi segni di prosopagnosia per i familiari. Iniziano i disturbi del cambiamento: il paziente può diventare silenzioso, può essere aggressivo o avere allucinazioni. Si manifesta il fenomeno della testa ruotata => quando il paziente non sa rispondere si gira verso il proprio cargiver. In questa fase si può manifestare la Sindrome del “sosia”= il paziente che il proprio cargiver non sia davvero lui ma un sosia. Può manifestarsi anche l’amnesia reduplicativa = il paziente crede di essere contemporaneamente sia lì che in un altro posto.
c- In fase avanzata i disturbi di memoria diventano gravissimi; si manifestano i vari tipi di aprassia, agnosia, afasia e anomia. Hanno problemi nella deambulazione, tendono alla fuga e hanno disturbi del sonno; si presenta la stereotipia, cioè comportamenti motori continui, e la bulimia/anoressia. Un disturbo legato a questa fase è la sindrome di Kluver-Bucy, caratterizzata da iperoralità (mangiare qualsiasi cosa sia commestibile o ipersessualutà).
d- Dopo dieci anni si entra nella fase terminale della malattia nella quale il paziente non riesce ad alimentarsi, a parlare e a camminare, assumendo la posizione fetale fino al decesso.
Un altro tipo di demenza è la demenza fronto-temporale= è una sindrome in cui i disturbi si evolvono rapidamente: disturbi del comportamento già nella fase iniziale (diventano impulsivi, irritabili), si ha una perdita di iniziativa, di comunicazione, una tendenza al vagabondaggio e alla fuga. I pazienti posso essere molto disinibiti, anche nella sfera sessuale. Sono presenti molti disturbi cognitivi ma quello più rilevante è il linguaggio. Presentano il fenomeno dell’acinesia (tendono a muoversi poco) e incontinenza urinaria.
Un terzo tipo di demenza è la demenza dei corpi di Lewy = demenza degenerativa caratterizzata da disturbi cognitivi e comportamentali, molto simili a quelli descritti per la demenza frontale ma si succedono con grande rapidità. Una caratteristica importante è la fluttuazione sintomatologica: un giorno i pazienti sono normali e il giorno dopo hanno disturbi cognitivi gravi.
Il quarto tipo di demenza è la malattia di Parkinson = disturbo degenerativo del cervello che colpisce i gangli alla base; colpisce i soggetti adulti e ha un andamento lentamente progressivo. Il passaggio a un chiaro declino cognitivo è segnato dalla comparsa di allucinazioni visive; turbe del comportamento e disturbi della memoria.
L’unico modo per fare una diagnosi consiste nell’esaminare la serie di sintomi manifestati dal malato. Il medico deve decidere se questi siano imputabili a una demenza o se è più probabile qualche altra spiegazione.
Il medico richiede informazioni sulla salute generale del paziente e sui problemi medici precedenti. Deve conoscere eventuali difficoltà del paziente nell’esecuzione delle normali attività quotidiane, e può richiedere un colloquio con i familiari o gli amici per ottenere ulteriori informazioni. Far eseguire al paziente esami medici di base, come quelli del sangue e delle urine che possono essere utili per escluder altre patologie.
Gli esami neuropsicologici sono test utili per valutare la memoria, l’attenzione, la capacità di risolvere problemi, il linguaggio e la capacità di calcolo, e aiutano il medico a identificare i problemi specifici del paziente. Il medico può decidere di eseguire un esame speciale, denominato scansione cerebrale, per ottenere un’immagine del cervello. Da queste immagini del cervello del paziente il medico è in grado di individuare eventuali anomalie. I risultati di tutti gli esami eseguiti permettono al medico di fare una anamnesi più precisa ed escludere altre possibili cause dei sintomi. Ad esempio i problemi alla tiroide, i tumori cerebrali e alcune reazioni provocate da farmaci possono causare sintomi di demenza e alcune di queste condizioni possono essere curate.
L’assistenza a queste persone spesso si rivela molto faticosa ed impegnativa ed è necessario avere dei gruppi di supporto per i familiari e le persone che gravitano intorno al paziente, questo per metterle in condizione di aiutare il paziente in maniera funzionale e rendere l’assistenza meno complessa e stressante.