Non mi era mai capitato di commuovermi fino alle lacrime per una medaglia olimpica. Non so neanche come possa essere accaduto: è stato qualcosa di inaspettato ed incontrollabile. Ero seduta a ristorante davanti ad una fumante e gustosissima pizza margherita. Nel locale un maxischermo sintonizzato sui giochi olimpici. Arriva l’oro di Gianmarco Tamberi. Esultiamo tutti. Grande Tamberi!
I commenti in sala: “Grandissimo! Ce l’ha fatta. Ha vinto la medaglia d’oro. Che atleta! Eccezionale!”
E’ davvero eccezionale – penso – tutti i suoi sacrifici finalmente ripagati nella maniera migliore: un oro alle Olimpiadi.
Jacobs dopo Bolt
Arriva poi il turno di Marcell Jacobs. Mi distraggo. Non vedo la sua gara. Una distrazione di poco più di 9 secondi e perdo tutto lo spettacolo. E’ oro urla qualcuno accanto a me. E’ oro realizzo e improvvisamente gli occhi mi si riempiono di lacrime.
Una reazione inaspettata la mia, ma che sottolinea l’importanza dell’impresa del texano di Desenzano del Garda. Dopo Usain Bolt, il suo nome nell’albo d’oro dei 100 metri alle Olimpiadi.
Un 9”80 che vale un oro ed il nuovo primato europeo, un tempo che legittima un atleta italiano fra i grandissimi della velocità.
Che Italia! Grazie Gianmarco! Grazie Marcell!
Jacobs e Tamberi regalano agli italiani un grande sogno. La felicità dei due atleti è contagiosa, buca lo schermo e avvolge tutti.
Che Italia!
Grazie Gianmarco! Grazie Marcell!