Corsa e lockdown – Da quando è scoppiata l’emergenza sanitaria da Covid-19 non ci sono più gare live (che ci auguriamo possano riprendere presto). Gli organizzatori di eventi sportivi hanno provato a non gettare la spugna tentando di coinvolgere i runner amatoriali in gare virtuali. La cosa pare non abbia fatto particolare presa sui runner (forse solo nel primi tempi qualcuno ha partecipato a questo tipo di manifestazione). Abbiamo chiesto ad Armando Selene, coach tecnico, qualche consiglio per mantenere alti gli stimoli ed allenarsi anche in assenza di eventi agonistici.
Corsa e lockdown : Dai circuiti casalinghi alle gare virtuali
In assenza di competizioni, di scariche adrenaliniche, di aria di festa, cosa bisogna fareper restare ancorati alla corsa e non sentirne solo il peso?
“L’avviarsi delle vaccinazioni ed una conoscenza più approfondita del virus ha fatto sì che questo ennesimo lockdown ci trovasse più ottimisti rispetto al passato, ma sebbene questo sia vero, d’altro canto ha fatto sì che molte illusioni, ovvero che questa pandemia potesse risolversi in poco tempo, siano svanite. Questo ovviamente si ripercuote in tutti gli ambiti della società civile ed interessa nello specifico anche noi runner – risponde Selene e aggiunge: “Il primo lockdown aveva visto una miriade di runner improvvisarsi su circuiti casalinghi, tapis roulant e quant’altro; appena se ne è avuta l’occasione il movimento corsa ha cercato attraverso l’organizzazione di gare virtuali di stimolare gli atleti con l’auspicio poi di traghettarli, appena finita emergenza, nelle normali manifestazioni. In parte la cosa ha avuto successo e tanti runner si sono “divertiti” a partecipare”.
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Amare la Corsa
“Quello che mi sento di consigliare per affrontare questo momento è la stessa cosa che perseguo da decenni e cioè: fare il salto di qualità, diventare amatori e pertanto Amare la corsa. Sembra banale ma non lo è. Infatti, gli amatori solitamente tendono a dividersi in categoria:
- corridore tipo A: colui che corre solo per il crono e se il risultato non viene si deprime e tende a lasciare;
- corridore tipo B: colui che corre per divertirsi e non gli interessa il crono; alle gare partecipa solo per stare in compagnia. Segue una scheda, ma senza impegnarsi più di tanto;
- corridore tipo C: si allena assiduamente, segue una scheda (a volte varie, prendendo da una o dall’altra), si improvvisa spesso in gare non adeguatamente preparato.
Certamente questa suddivisione da parte mia è eccessivamente semplificata, ma utile per esprimere il mio pensiero che è rivolto agli amatori tesserati e che effettuano visita medica agonistica e partecipano a gare e quindi, sebbene amatori, mantengono una base di agonismo e non possono certo equipararsi a chi la corsa la vive solo come benessere psico-fisico e non partecipano a gare competitive.”
Il confronto con se stessi
“Fatta questa breve premessa, dobbiamo comprendere che essere un runner tesserato implica da parte nostra la volontà di confrontarci con noi stessi e con gli altri e in considerazione pure del momento che stiamo vivendo dobbiamo cercare nuovi stimoli proprio andando a ricercare quel salto di qualità che si traduce nell’integrare tutti e tre i tipi di runner in un unico TIPO.
Praticamente dobbiamo accogliere quanto in noi ci chiama all’agonismo mantenendo un’attenzione sul crono che dovrà sempre essere espressione delle nostre possibilità del momento e mai proiezione delle nostre aspirazioni. L’assenza delle gare può favorire chi nel crono vede ll’unico stimolo ad abbandonare quest’atteggiamento e vivere la corsa più serenamente; inoltre il divertimento e la ricerca del benessere psicofisico non è appannaggio di chi ” va piano” ma è assolutamente da ricercare sempre. A tutto ciò aggiungiamoci pure una giusta e attenta programmazione degli allenamenti al fine di allenarsi con giudizio ed evitare di rendere tale preparazione un minestrone di varie “filosofie”.
Concludendo: allenarsi con una preparazione seria e mirata che riesca a divertirci senza diventare particolarmente impegnativa, ma allo stesso tempo nemmeno lasciarsi troppo andare; in questo modo sarà possibile, attraverso l’allenamento quotidiano, mantenere un’efficienza che ci verrà utile quando si tornerà alla normalità ma ancora più importante ci permetterà di affrontare al meglio l’attuale situazione.”